Virgin River 3 - Recensione della nuova Stagione della Serie TV targata Netflix
Scritto da: Maria Anna Cappelleri - Data di pubblicazione:
Attenzione: questo articolo contiene spoiler
Che siate amanti del mare o della montagna, che preferiate trovare rifugio dall'afa estiva nella schiuma bianca delle onde e sotto l'ombrellone, oppure immersi nella natura in un bosco alberato, non importa: Netflix ne ha per tutti i gusti.
In particolare, se al posto delle infradito preferite le scarpe da trekking, e siete amanti del foliage e magari avete un debole per la flanella, per il terzo anno di fila, la piattaforma streaming vi offre Virgin River: una serie TV drammatica/romantica, girata nella splendida macchia canadese di Vancouver.
Dove eravamo rimasti
Virgin River 2 era terminato con il nostro protagonista, Jack, riverso a terra appena colpito da un colpo di pistola. Ed è proprio da lì che ricomincia la nuova stagione: con la corsa al pronto soccorso della barella, inseguita da Mel in lacrime.
Fortunatamente, non restiamo troppo sulle spine: Jack si riprende del tutto, anche se non riesce a ricordare chi gli abbia sparato. Potevamo legittimamente aspettarci che questa sarebbe stata finalmente l'occasione per approfondire e affrontare il PTSD di cui soffre Jack da quando è tornato dall'Iraq. Anche Doc avverte Mel che l'evento potrebbe risvegliare in lui qualche ricordo del passato. Invece no, anche per questa stagione non se ne parla. Pur avendo dismesso gli atteggiamenti autodistruttivi della scorsa stagione, è comunque evidente e anche plausibile che Jack non sia sereno. Tuttavia lo vediamo mantenere il riserbo che lo ha sempre contraddistinto, non condividendo particolari preoccupazioni con nessuno, neanche con Mel.
Tra i due la relazione procede a gonfie vele. I primi episodi, si concentrano molto sulla coppia che, per un caso fortuito, arriva anche a convivere, anche se non in modo del tutto convinto.
Per oltre metà stagione, sono dei perfetti piccioncini, innamorati e dolcissimi. Jack si dà un gran da fare, svelando un lato romantico inaspettato, e saccheggiando praticamente ogni negozio di candele della California.
Meraviglioso certo, ma forse non molto eco-friendly.
Sin dal suo esordio, la serie TV ispirata ai romanzi omonimi di Robyn Carr, ci ha abituato a continui colpi di scena e cliffhanger che, anche se spesso sono risultati prevedibili, non falliscono nell'intento di tenere i telespettatori attaccati allo schermo, bramosi di sapere come va a finire.
Il fatto è che, però, in questa terza stagione, sembra non finire nulla.
La trama delle prime puntate prosegue con un ritmo molto calmo (fin troppo), per poi accelerare vertiginosamente negli ultimi episodi, nei quali accade la qualunque: arresti, incidenti, funerali, aborti, gravidanze, rotture e riconciliazioni. E tutte le storyline, anche quelle derivanti dallo scorso anno, non trovano definizione e, in alcuni casi, non fanno neanche passi in avanti, al più, vanno indietro (vedere alla voce Preacher/Paige).
La faccenda si complica ancora di più
Gli autori di Virgin River, inoltre, sembrano non temere il sovraffollamento, e mettono ancora più carne al fuoco: tra le aggiunte al cast, sicuramente spicca Brie, la sorella di Jack. Accorsa per assistere il fratello dopo la sparatoria, in realtà si scopre ben presto che sta scappando da un trauma appena subito, che tuttavia non ci viene spiegato nei dettagli. Brie sembra quasi ripercorrere i passi di Mel, e come lei, non sembra avere fretta di andare via dalla magica cittadina. Ovviamente la sua storia non poteva non andare a creare intrecci e conflitti: non solo la relazione con Dan Brady - sospettato numero uno per la sparatoria - ma si profila all'orizzonte anche un triangolo con l'amico poliziotto di Jack, che ha manifestato interesse per la ragazza.
A proposito di nuovi personaggi: cosa dire del matrimonio lampo di Charmaine? Non è passato molto da quando la ragazza si struggeva dal dolore e dalla gelosia per Jack, padre dei due gemelli in arrivo. Eppure, con il pancione, ha conosciuto un dottore, se ne è innamorata e, nel giro di qualche episodio, ci è andata a convivere, si è trasferita e se lo è persino sposato. Sin da subito il nuovo personaggio ci viene presentato come un narcisista arrogante, dal quale Charmaine è evidentemente soggiogata. Dati i presupposti, non è difficile avanzare qualche ipotesi su quale andazzo decideranno di dare a questa relazione: abusi psicologici, violenza emotiva? Lo vedremo.
Scelte ancora più azzardate, a mio avviso, sono state riservate a Mel. La trama della protagonista è stata forse quella che ha subito l'accelerata più importante negli ultimi episodi, tanto da sollevare diversi dubbi sulla verosimiglianza di quanto avvenuto. Ma ammettendo che le tempistiche tornino, lascia comunque a dir poco perplessi che Mel abbia potuto prendere una decisione simile in modo così impulsivo. Aveva realizzato da poco di voler riprovare ad avere un bambino, e non era affatto d'accordo quando Jack l'aveva lasciata perché non era sicuro di volere un altro figlio e non voleva frapporsi tra lei e questo obiettivo.
Dopo di che, avviene tutto in modo velocissimo e con dei salti vertiginosi: la sorella le ricorda della possibilità di utilizzare lo sperma del marito defunto, e poco dopo la vediamo in una clinica, dove pensavamo fosse andata per chiarirsi le idee ed avere qualche informazione in più.
E invece no, e quelle parole, per Jack, hanno fatto più male del proiettile che lo ha colpito alla fine della scorsa stagione. Non abbiamo avuto la possibilità di vedere come è avvenuta la decisione di effettuare la procedura e se effettivamente ci siano delle motivazioni dietro questa scelta, ovviamente speriamo che, nella prossima stagione, si possa riuscire ad avere un po' più di contesto.
Per un attimo, più che di fronte a Virgin River, è sembrato stare davanti a Jane the Virgin, e non per la gravidanza e gli strani triangoli (e, se volete, anche per "l'altra donna" con due gemelli), ma per la struttura del racconto, che in alcuni aspetti, strizza l'occhio alle soap e alle telenovelas: i continui cliffhanger, anche tra episodio episodio ne sono l'esempio lampante.
A tal proposito, qualcuno avvisi gli autori che, nel caso non se ne fossero accorti, Netflix pubblica la serie tutta insieme. Quindi, ammesso che io non guardi tutti gli episodi tutti insieme (ma chi ci crede?), se succede qualcosa con l'effetto sorpresa alla fine di una puntata, la suspense può arrivare a durare ben 13 secondi, al massimo.
Quanto appena detto, non è necessariamente una critica. Può non piacere e magari, alla lunga, può stancare una parte di pubblico. Ma al momento, rimane uno show validissimo, che riesce a sfruttare al meglio i suoi punti di forza - il cast, l'ambientazione e la fotografia - e che riesce a coinvolgere ed emozionare.
Nonostante il ritmo irregolare, troppo lento all'inizio e troppo veloce alla fine, la terza stagione di Virgin River conferma il valore della serie Netflix: un dramma non pesante, perfetto per l'estate, che impegna la testa degli spettatori, concentrati a vedere le sorti dei tanti personaggi, emozionandosi con loro.
madforseries.it
3,1
su 5,0