Tutto Chiede Salvezza, la Recensione della Serie TV: quando la Realtà Supera le Aspettative
Scritto da: Roberta Greco - Data di pubblicazione:
Ai lottatori, ai pazzi; è a loro che Daniele Mencarelli dedica il suo libro nella quinta pagina quasi bianca ed è loro che racconta per 182 fogli.
I 182 fogli che hanno vinto il Premio Strega Giovani nel 2020 e di cui da venerdì 14 ottobre è possibile godere su Netflix dopo un sincero e proficuo lavoro di riempimento e rifinitura.
Le pause, le virgole, gli accenti prendono vita sul piccolo schermo grazie alla fotografia della Carlo Rinaldi a.i.c. e al montaggio di Alessandro Heffler e Luca Carrera ma, soprattutto, per merito della regia e della direzione degli attori di Francesco Bruni.
In una recente intervista, Francesco Bruni racconta la sua esperienza nel lavoro di produzione di Tutto Chiede Salvezza e rivela come a lui piace definire quest’ultima:
“Mi pare abbia la compiutezza dei film e non quei meccanismi seriali per i quali ogni puntata è come se si chiudesse. Poi mi piacerebbe che il pubblico la guardasse tutta insieme, come un film”.
Ebbene, sarà perché è tratta da un romanzo ben strutturato con un inizio e una conclusione già scritti (ma di questo parleremo in seguito) in cui ogni frammento funge da scalino verso una direzione prescelta ove la sceneggiatura seppur essenziale non è indirizzata alla formulazione di nuove idee ad ogni modo, Tutto Chiede Salvezza implora assolutamente e a gran voce di essere percorsa tutta d’un fiato, bevuta come shot di Tequila il venerdì sera di una settimana sfiancante.
La trama
Nel corso di sette mattine, sette pomeriggi, sette sere e...un paio di notti, Daniele (Mencarelli nel romanzo, Cenni nella serie TV) è sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio - TSO - per via di un episodio psicotico che ha causato un malore a suo padre e il generale sconforto in tutti i membri della famiglia. Trasferito in un reparto psichiatrico, il ventenne trascorre una settimana in compagnia di cinque bizzarri nuovi amici, una vecchia fiamma dalla vita e dalla personalità complessa e uno staff ospedaliero variegato, sfacciato, stanco, impaurito.
Lungo queste 168 ore nel corso di sette episodi, Daniele percorre un viaggio complesso, attraversato dalle più comuni domande esistenziali e dalle conclusioni angoscianti che da esse derivano, giungendo in luoghi inaspettati, percependo sensazioni nuove, scoprendo il misterioso significante per lui celato dietro ognuna di queste domande.
La fedeltà con il libro e il lavoro di concerta immaginazione
Quando si legge un libro e lo si apprezza abbastanza da ricordarsi qualche riga che ci ha fatti ridere o, addirittura, piangere o quando lo si ama immensamente da cucirsi alcune delle sue frasi nel cuore, si ha il terrore di ritrovarsi di fronte a una trasposizione cinematografica di quelle pagine: sia perché potrebbe essere poco fedele all’originale, sia perché nella maggior parte dei casi, non supererà le aspettative.
Nel caso di Tutto Chiede Salvezza, probabilmente anche grazie anche all’inclusione di Daniele Mencarelli nella squadra di sceneggiatura, la realtà tiene il passo con l’immaginazione, accarezzandola, rendendola nostalgica e, attenzione, stupendola largamente. Tutto ciò che era legittimo pretendere viene conquistato e gli elementi di novità, come il rendere il personaggio di Cimaroli una donna (Raffaella Lebboroni) anziché un uomo o il donare più spazio alla dolcissima Alessia (Flaure BB Kabore), trovano efficacemente posto nell’armonia generale della struttura.
L’intuizione più indovinata che avrebbe potuto spostare il focus dalla relazione di Daniele (Federico Cesari) con i suoi compagni di stanza o dal suo percorso interiore è la trasformazione di Valentina (nel libro, una ragazza a cui Daniele e i suoi amici avevano fatto un torto) in Nina (Fotinì Peluso), un'aspirante attrice per cui Daniele aveva una cotta al liceo, aggiungendo la nota di colore di cui i lettori del romanzo più romantici avevano sentito la mancanza nel corso della lettura.
Allo stesso modo, il finale commuove, fa sorridere e dona un po’ di respiro e di spensieratezza dagli accadimenti più amari.
Il cast
Lucenti. Bianche ma attraversate dai riflessi dell’arcobaleno. Delicate ma con uniche e originali geometrie. Così, come le perle di fiume che compongono una collana, gli attori del cast di Tutto Chiede Salvezza brillano per bravura, coraggio, entusiasmo e profondità.
Menzione speciale ai cinque pazienti maschili del reparto psichiatrico – Vincenzo Crea, Andrea Pennacchi, Vincenzo Nemolato, Lorenzo Renzi, Alessandro Pacioni - che dal più irruento al più immobile hanno generato un clima di dolcezza, riflessione, pianto, rabbia e sorriso. La scena della nave da crociera con il suo capitano e i suoi ospiti è un eccellente lavoro di scrittura, regia, performance.
Fotinì Peluso diventa esattamente ciò che le si chiede: una ragazzina spaventata e dilaniata dalle aspettative che non conosce l’amore, non conosce il rispetto, non conosce sé stessa.
Filippo Nigro che per via di una fisicità, un timbro e una mimica estremamente riconoscibili rischia ogni volta di ricordare qualche vecchia cosa, si muove strepitosamente nel ruolo del dottor Mancino.
Anna e Angelo sono i genitori con cui qualunque personalità complessa meriterebbe di crescere anche se non sempre è così. Scritti dolcemente da Mencarelli, trovano un nido confortevole e dolce in Lorenza Indovina e Michele La Ginestra.
Di Federico Cesari ci sarebbe davvero troppo da dire. Innanzitutto, ringraziare Ludovico Bessegato per averlo scelto e reso protagonista di una serie televisiva destinata a diventare celebre, ringraziare lui stesso per la tenacia, l’impegno, la percepibile sensibilità. E Francesco Bruni per averlo guidato meravigliosamente nel fantastico personaggio di Daniele. Le facce, la dosatura dei movimenti, gli scatti, le pause, il romanaccio, il sorriso vanno a formare un mix riconoscibile ed esplosivo grazie a cui sarà impossibile da ora in avanti accostare un altro volto al personaggio intessuto da Mencarelli.
In conclusione
Vent’anni dei Maneskin, Daniele e Gianluca insieme in discoteca, il tuffo tanto desiderato e tanto temuto dal trampolino del Kursal, le dichiarazioni di Pino (Ricky Memphis) a Rossana (Bianca Nappi), la ninnananna di Alessia, l’uccellino di Mario.
Una salvezza dalla frenesia quotidiana, dalla noia dei prodotti stantii, dalle trovate poco originali.
Tutto Chiede Salvezza supera le aspettative dei lettori del suo romanzo grazie a un grandissimo lavoro di equilibrio.
Non c’è il troppo che storpia e la volpe non solo raggiunge l’uva ma riesce anche a gustarla. Un meccanismo brillante, commovente e profondo che sprigiona un importante dialogo con le questioni della vita.
madforseries.it
4,5
su 5,0