True Detective: Recensione dell'Episodio 3x01, "The Great War and Modern Memory"
Scritto da: Simone Sagona - Data di pubblicazione:
"Certo che mi ricordo..."
...così inizia il primo episodio della terza stagione di True Detective, che ci propone un anziano detective Wayne Hays (interpretato da uno strepitoso Mahershala Ali), il cui sguardo non può che trasmetterci sconforto, dolore e insicurezza.
Sono proprio questi sentimenti le fondamenta di questo nuovo capitolo.
L'incipit sembra esser stato costruito appositamente per ricordare allo spettatore la tanto acclamata prima stagione, i cui protagonisti, Matthew McConaughey e Woody Harrelson sono questa volta dall'altra parte della cinepresa, nei panni di produttori esecutivi.
I dettagli che riportano alla mente la storia del 2014 sono molteplici, tanto che, nel corso dell'episodio, sembra di vivere vari déjà vu.
Ciò che balza subito all'occhio sono sicuramente le ambientazioni e le atmosfere che, come il profumo di una persona a noi cara, ci fanno sentire subito a casa e ci comunicano che True Detective è veramente tornato.
Anche il ritualismo fa da cornice a questo primo episodio: le bambole trovate a puntata avanzata non possono che ricordarci gli strani artefatti rinvenuti durante le indagini su Dora Lange. Lo stesso vale per il corpo della vittima, scoperto in posizione di preghiera, proprio come la sventurata donna del primo capitolo.
Anche l'interrogatorio a cui è sottoposto il nuovo protagonista, ricorda quelli di Rust e Marty, così come le inquadrature di lui e del suo partner.
I molteplici archi temporali fanno ritorno: questa volta sono tre, e servono a raccontare una tormentata storia che si protrae per oltre trentacinque anni.
Ma parliamo di ciò che differisce in questa stagione...
I dialoghi riflessivi e il tormento interiore sembrano fare spazio e un racconto e a dei dialoghi dai tratti ben più semplici, ma non per questo di minor qualità.
La semplicità si nota anche nella scelta di un singolo protagonista (il partner sembra esser destinato a un ruolo marginale), così come nel mistero da risolvere, che appare essere all'inizio incredibilmente lineare: la scomparsa di due ragazzini nell'Arkansas, un delitto che potrebbe sembrare come molti altri.
Tra le scene a cui assistiamo ci sono tre dettagli che sicuramente lo spettatore trova difficili da dimenticare: il maggiolone color lavanda, unico elemento colorato di questo primo episodio, sembra piazzato appositamente per attirare l'attenzione; oppure il foro nella parete della camera di uno dei bambini scomparsi, il cui pensiero risulta ostico da scacciare via.
Ma anche lo strano personaggio che raccoglie la spazzatura, da tutti detestato in paese (anche se pare più normale di tanti altri), desta sospetto; e di lui, il Wayne degli anni '90 sembra aver difficoltà a parlare.
In mezzo alla crescente preoccupazione e al terrore che aleggiano in questi primi momenti della storia, e al male che non esita a propagarsi come una terribile piaga, un personaggio sembra essere immune da ogni contaminazione: una splendida Amelia (interpretata da Carmen Ejogo), la cui futura storia con il protagonista si evince fin dai primi momenti in cui la vediamo.
Che dire... sembra essere un buon inizio per questa nuova storia, che sicuramente ci terrà incollati allo schermo tra gennaio e febbraio.
Nonostante le note difficoltà verificatesi nel corso della realizzazione, questa stagione appare notevole fin da subito. Nic Pizzolatto, dopo oltre cinque anni, sembra aver infine ritrovato l'ispirazione e, si spera, una nuova formula vincente.
HBO, così come Sky Atlantic in Italia, hanno rilasciato due episodi in contemporanea, per placare l'insaziabile sete dei fan. Domani, non mancheremo dunque di recensire anche l'episodio 3x02.
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