Titans: Recensione della Serie TV di Supereroi targata DC Universe
Scritto da: Matteo RossiData di pubblicazione:
Negli anni '60 la DC comics, dopo il buon riscontro di pubblico della Justice League, decise di creare un nuovo gruppo di supereroi, composto stavolta da ragazzi adolescenti, dal nome “Giovani Titani”.
Del team avrebbero fatto parte le spalle e i comprimari dei protagonisti degli albi più importanti, come Robin o Kid-Flash, ma nel corso degli anni i componenti della squadra subirono numerose modifiche e furono introdotti anche personaggi inediti.
Queste storie successivamente vennero adattate per la televisione sotto forma di due serie d’animazione: la prima del 2003 dal titolo “Teen Titans” e la seconda del 2013, una sorta di parodia estremamente ironica, chiamata “Teen Titans Go!”.
Nel 2018 però venne deciso di approcciarsi alla materia originale in modo diverso, producendo uno show in live-action che sarebbe stato il primo prodotto della nuova piattaforma streaming DC Universe: Titans.
La serie, creata da Akiva Goldsman (sceneggiatore di “Batman Forever” e “Batman e Robin”), Geoff Johns e Greg Berlanti, segue le vicende di Dick Grayson, ex Robin, ora detective della polizia di Detroit, che s’imbatte in una ragazza, Rachel, dotata di spaventosi poteri sovrannaturali che non riesce a controllare.
Braccati da una strana organizzazione che vuole mettere le mani sulla misteriosa adolescente, verranno aiutati da Kory, una donna dal passato segreto e in grado di emettere potenti raggi d’energia, e Gar, un ragazzo capace di assumere le sembianze di una tigre verde.
Sin dalle prime immagini, ciò che maggiormente colpisce dello show sono le atmosfere: benché alcuni dei creatori abbiano contribuito o siano gli stessi ideatori dei programmi legati "all'Arrowverse", ci troviamo sicuramente ben distanti dai toni leggeri e spensierati di The Flash o Supergirl, mentre si riscontrano molti più punti in comune con Arrow, di cui però, senza troppe limitazioni, ne vengono accresciute ed esasperate le tematiche cupe e dark.
L’uso di un linguaggio che sfocia in alcuni momenti anche nello scurrile, le scene di violenza che, nei casi riguardanti Rachel, possono anche confluire nel “soft” horror, sequenze di nudo e sesso, ne fanno un prodotto destinato ad un target più maturo rispetto alle altre serie sopracitate.
Il taglio dato allo show si combina perfettamente con la caratterizzazione dei suoi protagonisti e la storia narrata: con l’esclusione di Gar, interpretato da Ryan Potter, che possiede sì dei punti in comune con gli altri, ma grazie alle battute e ai suoi modi di fare, risulta a tratti un elemento utile ad alleggerire i toni, gli altri personaggi sono carichi di sofferenza e dal passato spesso turbolento.
Dick Grayson, che ha il volto di Brenton Thwaites, viene presentato come un ragazzo che cova dentro di sé una rabbia incontrollata, che, nel momento in cui indossa il costume di Robin, sfoga con indicibile violenza su ignari criminali.
Rachel (Teagan Croft) possiede poteri sovrannaturali di cui non conosce la natura e ne è profondamente terrorizzata, temendo per l’incolumità di tutte le persone che malauguratamente si avvicinano a lei.
Infine Hank e Dawn, personaggi secondari, ma estremamente interessanti, legati e accomunati indissolubilmente dai traumi subiti e dalle perdite che hanno dovuto affrontare.
Per quanto riguarda la sceneggiatura, la prima stagione risulta decisamente introspettiva: la serie infatti si prende tutto il tempo necessario per introdurre i suoi protagonisti, mostrando allo spettatore il loro passato e gli eventi che li hanno portati ad essere ciò che sono, grazie all'uso di numerosi flashback, e i passi che li porteranno a superare le difficoltà individuali e infine a unirsi in un team pronto ad affrontare ogni ostacolo che si parerà di fronte a loro.
Tutto ciò va un po’ a discapito della trama, che risulta ridotta all'osso, ma fà il suo lavoro, mettendosi al servizio dei personaggi.
Naturalmente, essendo una serie TV basata su storie di supereroi, non si dà solo spazio alle personalità dei suoi protagonisti, ma sono numerose anche le scene action, caratterizzate da un’ottima coreografia dei combattimenti corpo a corpo e una buona computer grafica per gli effetti speciali.
Nella seconda stagione invece la situazione cambia: gli autori spingono l'acceleratore sugli eventi e vengono introdotti numerosi nuovi personaggi, le cui storyline finiscono per incrociarsi con quelle dei Titani, esplorando nuovi aspetti del loro carattere e del loro passato.
Il risultato finale, per quanto gradevole e sempre di buon intrattenimento, non raggiunge i livelli d’organicità dei primi episodi, mettendo decisamente troppa carne sul fuoco e non riuscendo a gestire efficacemente tutte le trame presentate.
È soprattutto l’ultimo episodio a pagarne le conseguenze: dovendo tirare le somme di tutto ciò che è stato imbastito precedentemente, risulta a tratti affrettato e non soddisfacente.
Si spera che con la terza stagione, già confermata, si riesca a correggere la direzione e tornare sui giusti binari.
Con le sue atmosfere cupe e i toni maturi, Titans si può definire come la risposta DC alle proposte Marvel prodotte dalla piattaforma streaming di Netflix.
Consigliata agli amanti del genere, rimasti orfani dei sopracitati show, ma anche a chi non è molto addentrato nel mondo dei supereroi, grazie ad una buona scrittura che esalta i suoi protagonisti, ma non dimentica la giusta dose di action.
madforseries.it
4,0
su 5,0