The Stand: la Recensione del 1° Episodio della nuova Serie TV tratta dal Romanzo di Stephen King
Scritto da: Giorgio Mele - Data di pubblicazione:
Un errore umano ed è la fine del mondo.
The Stand (in Italia arrivato come L'ombra dello Scorpione), l'opera seminale di Stephen King, scritta nel 1978 e riedita poi nel 1990 nella sua versione integrale, è tornata in auge con una nuova miniserie in nove episodi.
Un tempismo alquanto ironico (come ha anche recentemente dichiarato un'attrice della serie) visto il periodo storico che stiamo vivendo.
Il romanzo, infatti, parla di un virus che ha sterminato oltre il 99% della popolazione. Questo ha fatto cadere tutte le sovrastrutture sociali e il resto dell'umanità si è riunito attorno a due figure importanti: l'ultra centenaria madre Abigail Freemantle, una donna che appare in sogno alle persone, sostiene di essere una messaggera di Dio e chiede ai sopravvissuti di unirsi a lei nell'affrontare il male, incarnato da Randall Flagg, l'uomo nero dai poteri sovrannaturali che vuole dominare il mondo. Ciò che seguirà sarà l'inevitabile scontro tra le forze del bene e quelle del male.
Dopo un lungo travaglio iniziato nel 2014, lo scorso 17 dicembre ha debuttato su CBS il primo episodio del nuovo adattamento del romanzo. Riuscirà questa nuova opera a fare ciò che non è riuscita a fare l'omonima del 1994? Scopriamolo insieme.
Il primo episodio di The Stand parte con una narrazione in medias res, che ci mostra subito le conseguenze della terribile pandemia che ha colpito il mondo. La comunità creata da madre Abigail, stabilitasi a Boulder, in Colorado, è al lavoro per liberare le case dalle persone colpite dal virus, in modo da poter piano piano ricostruire una società.
Tempo un paio di minuti e... Boom, flashback e si torna indietro di 5 mesi, all'alba della pandemia, per farci conoscere i primi personaggi principali. Da una parte troviamo Frannie Goldsmith (Odessa Young) e Harold Lauder (Owen Teague), due abitanti di una cittadina del Maine che in pochissimo tempo si ritrovano ad essere gli unici sopravvissuti del luogo e nonostante Frannie non sia entusiasta di stare con lui, decide comunque di seguirlo.
Dall'altra parte troviamo Stuart "Stu" Redman (James Marsden), che mentre si trovava nella suo piccolo paese in Texas si è imbattuto nel paziente zero, un soldato semplice scappato dalla struttura dove il virus era sfuggito al controllo. Messo in quarantena con le altre persone entrate in contatto col paziente zero, alcuni dottori provano a capire perché lui sia immune a questo micidiale virus.
La struttura narrativa scelta per lo show è quindi quella del flashback. Questo espediente a nostro parere rende la narrazione un po' confusa, soprattutto a chi non sì mai approcciato al colosso scritto da King e soprattutto va un po' a togliere quel gusto di non sapere cosa potrebbe accadere ai personaggi.
Altra nota dolente è la velocità della narrazione. Corre come un treno senza macchinista, dandoti soltanto pochissime informazioni sui personaggi, i quali per fortuna però sono resi al meglio dagli attori.
Owen Teague, che interpreta Harold, sa rendere bene le caratteristiche del suo personaggio, fungendo da parziale narratore dell'episodio e esponendo al meglio il conflitto interiore che lo affligge.
Per questo primo episodio lo stile narrativo ha retto bene, ma se nei prossimi episodi si andrà sempre così veloci appiattendo la descrizione del carattere dei futuri personaggi che verranno presentati, lo show potrebbe risentirne. Infatti, ciò che ha reso molto interessante il romanzo è stata proprio la descrizione dei tantissimi personaggi che costellano la storia: King li ha descritti in modo approfondito mettendo a nudo la fragilità dell'uomo, le paure che nel più profondo ci attanagliano. La cosa fantastica è che il lettore viene quasi costretto a provare pietà e pena per qualsiasi personaggio ma soprattutto per coloro che scelgono di intraprendere la strada verso il male, e sarebbe un peccato che questo elemento fondamentale si perdesse nella trasposizione su schermo.
Il primo episodio di The Stand parte a razzo, fornendo pochi retroscena e utilizzando i flashback che tolgono il gusto di scoprire cosa potrebbe accadere ai personaggi. Un leggero appiattimento nella descrizione di questi ultimi, dovuto principalmente al fatto di dover condensare un'enorme storia nell'arco di nove episodi.
Una buona interpretazione degli attori finora presentati, che riescono a rendere bene i propri personaggi.
madforseries.it
3,5
su 5,0