The Resident 4: la Recensione del 1° Episodio della nuova Stagione
Scritto da: Maria Anna Cappelleri - Data di pubblicazione:
Attenzione: questo articolo contiene spoiler
"Un giorno, nel futuro, quando il Coronavirus sarà solo un ricordo".
È così che inizia la prima puntata della quarta stagione di The Resident: un flashforward che ci mostra che in fondo a questo lungo, buio e triste tunnel, pieno di ostacoli e buche, anche se ancora è impercettibile, una luce c'è.
Come serie medical - per altro nota proprio per essere particolarmente radicata alla stretta attualità - The Resident non poteva proprio esimersi dal centrare la trama della nuova stagione sulla pandemia e sul Coronavirus.
Ciò che non si poteva prevedere, ovviamente, era come avrebbero deciso di affrontare la tematica.
Almeno per il primo episodio, gli sceneggiatori hanno propeso per un approccio forse inaspettato, ma sicuramente necessario: la speranza.
Non è affatto detto che tutta la quarta stagione sarà improntata allo stesso modo ma, almeno nell'esordio, gli autori e il cast di The Resident hanno tenuto a mostrarci che arriverà il giorno nel quale questo periodo sarà solo un ricordo, certo doloroso, ma comunque chiuso nel passato e la vita continuerà a fluire, come è giusto che sia.
Dopo queste scene, il nastro torna indietro in un penosissimo rewind, e arriva agli inizi di marzo, quando viene subito riconosciuto il primo caso di Coronavirus del Chastain Park. Subito dopo, il calendario si sposta avanti. Ad aprile, dopo solo un mese dal primo caso, la pandemia è già ad un livello di emergenza fuori controllo. I dispositivi di protezione scarseggiano e, anche per questo, vengono esposti al contagio i medici e gli infermieri in prima linea. In ospedale non esistono più le specializzazioni: tutti sono impegnati a fronteggiare l'emergenza e, mentre i reparti di chirurgia e le sale operatorie sono deserti, la terapia intensiva e il pronto soccorso si riempiono sempre di più. Sono scene tristemente note a tutti noi, anche se girate e ambientate dall'altra parte del mondo.
Non sappiamo ancora quando ma, prima o poi quelle scene saranno un ricordo. La serie Fox ci mostra quel giorno, speriamo vicino, quando tutto questo sarà finito: purtroppo non mancheranno le conseguenze, con le quali dovremo convivere. Spesso ci sentiremo dei sopravvissuti, talvolta preda dei sensi di colpa se ci ritaglieremo dei nuovi momenti di gioia e di felicità. Ma, guardandoci intorno, ci scopriremo grati e immensamente fortunati di avere i nostri cari accanto.
La scelta giusta
Uno dei pregi di The Resident - nonché sicuramente la cifra stilistica che la rende diversa dalle altre fiction medical - è che si è sempre posta in modo crudo e diretto ai vari argomenti trattate, che sono spesso legati alla annosa questione dell'accesso alle cure negli USA, all'enorme (e quasi sempre sporco) giro di affari che muove il sistema sanitario e, più in generale, alla mala sanità, tra corruzione e discriminazione.
In questo primo episodio della quarta stagione, ho notato un cambio di passo. Non è mancato il riferimento a quelle che sono le tematiche care alla serie e, sono pronta a giurarci, sarà ancora più evidente nel corso delle puntate. Nelle varie stagioni c'è sempre un "cattivo", a volte più d'uno, e anche in questo caso non è stato difficile individuarlo. Tuttavia la mia impressione è che si sia preferito mettere da parte un po' della classica durezza, e credo di capire la motivazione che sta alla base di questo (probabilmente momentaneo) cambiamento: il pubblico guarda la tv per evadere dalla realtà, non per riviverla. Chi più chi meno, specialmente in questo periodo, siamo a tutte le ore bombardati da allarmi, notizie, informazioni (e disinformazioni) che generano ansie e paure. Certo, chi guarda guarda una serie tv ambientata in un ospedale, non si illude di essere davanti a Masha e Orso (con tutto il rispetto per la trama non banale del cartone russo).
Persino di fronte a Scrubs - che ci ha regalato tra le migliori risate della storia delle serie tv - è capitato che scendesse qualche lacrima. Ma sono moltissimi i registri e i livelli di intensità con i quali è possibile narrare una stessa trama e, quello scelto per il ritorno di The Resident, dopo l'anno appena trascorso (nonché dopo l'interruzione della terza stagione proprio a causa del Covid), credo sia quello giusto.
La scelta di accendere e lasciare accesa una piccola candela di speranza prima di raccontare l'arrivo della pandemia in tutta la sua violenza, è un modo di mostrare gratitudine e affetto nei confronti degli spettatori, oltre che una delicatezza verso chi sta vivendo in prima persona i momenti critici rappresentati sullo schermo.
Ci sarà tempo, nel corso della stagione, per tornare a muso duro a svelare le criticità del sistema sanitario americano, messo a dura prova dalla pandemia. Intanto godiamoci il conforto dell'anticipazione di un lieto fine che aspetta i protagonisti di The Resident, e tutti noi.
madforseries.it
3,8
su 5,0