The I-Land: la Recensione della nuova Miniserie prodotta da Netflix
Scritto da: Enrico CipollettiData di pubblicazione:
Giovedì scorso è arrivata su Netflix The I-Land, la nuovissima mini serie in sette episodi della piattaforma streaming americana.
Sin dal trailer, questa produzione ha fatto parlare di sé suscitando in molti domande e considerazioni varie: "ma è la copia di Lost?" o "sembra Lost, ma più trash"!
Ed è qui che bisogna fare una premessa importante: The I-Land non è Lost, non ha lo stesso carisma, ne ha le pretese di prenderne il posto nel cuore degli spettatori. Se si abbassano le aspettative e si esce fuori da quest'ottica, questa nuova miniserie può essere ritenuta un prodotto mediamente buono, godibile ed intrattenente, ma se continuerà ad essere accostata per sempre allo show di J. J. Abrams, perderà sempre il confronto, in ogni aspetto.
The I-Land ha una sua identità, e vuole raccontarci una storia non troppo originale, certo, ma che ha la forza di intrattenere lo spettatore dalla prima all'ultima puntata.
La serie comincia mostrandoci all'inizio della prima puntata dei personaggi di cui non sappiamo nulla, che si ritrovano su un'isola senza sapere come ci siano arrivati, ne il motivo per cui si trovano li. Loro non ricordano nulla del loro passato, neanche i loro nomi, e pur sembrando tutto molto campato in aria nelle fasi iniziali, pian piano ci viene mostrato, un pezzetto alla volta, qualche dettaglio in più sulla loro vita, che praticamente noi scopriremo insieme ai personaggi stessi, i quali cominceranno a ricordare dettagli del loro passato, fino a capire il perché sono finiti in quel posto apparentemente paradisiaco.
Immaginiamo che, dalle premesse, possa sembrare tutto molto simile a Lost, ma vi assicuriamo che andando avanti capirete che non è così, pur prendendone magari qualche spunto.
Considerazioni
The I-Land è un prodotto intrattenente, interessante, piacevole, ma non è una serie priva di difetti e di irregolarità narrative.
Il contesto (in realtà scoprirete che non è tutto come sembra) è interessante, e la storia offre spunti potenzialmente sorprendenti, ma ciò che rappresenta il punto debole dello show è la caratterizzazione dei personaggi: stereotipati, privi di carisma, con comportamenti a volte incomprensibili. Dialoghi non memorabili, ed attori non di primissima fascia, danno quel senso, a volte, di prodotto di serie B.
La debolezza della trama si fa sentire verso la fine, dove sembra che tutto venga risolto in fretta e furia, tralasciando dettagli sui personaggi più importanti, e dando un ruolo molto marginale ad altri.
E allora perché, vi chiederete, avevamo esordito dicendovi che questo può essere uno show godibile, nonostante tutti questi difetti? Semplice, perché compie al meglio la missione che ha ogni serie televisiva, cioè quella di intrattenerci e farci passare quell'oretta scarsa senza dover pensare ad altro.
La forza della miniserie sta nell'incuriosire lo spettatore, portandolo a voler divorare ogni singola puntata, per capire cosa sta succedendo, e come evolverà il tutto. L'effetto binge-watch che crea è incredibile, e con il passare degli episodi le si perdonano tutte le anomalie riscontrate nel corso della storia.
Ce l'hanno presentata come miniserie, ma sarebbe interessante poterne vedere un seguito, anche perché il finale è ideale sia per una serie autoconclusiva, sia per un prodotto con almeno un'altra stagione.
In sostanza, questa è una miniserie al quale bisogna assolutamente dare una chance, azzerando quelle che sono le premesse, prendendola così come viene e con lo spirito di voler passare 7 ore di svago guardando qualcosa di nuovo, anche se non troppo originale. Ma per favore, non paragonatela a Lost.
The I-Land è una serie intrattenente e godibile, ma con personaggi non memorabili e aspetti della trama lacunosi. Un prodotto da prendere così come viene e con meno pretese, senza paragonarlo a serie del passato qualitativamente superiori e di ben altro successo.
Un azzardo da parte di Netflix, in parte andato a buon fine.
madforseries.it
3,8
su 5,0