The Handmaid's Tale 4: Recensione del Quarto Episodio della Stagione
Scritto da: Maria Anna Cappelleri - Data di pubblicazione:
Attenzione: questo articolo contiene spoiler
"Tutto qui"?
"Tutto qui. La parte difficile l'hai già affrontata prima".
A che punto saresti disposto ad arrivare per sopravvivere? Quali limiti non travalicheresti mai?
Gli ideali, la dignità. Quando queste domande si limitano ad essere elucubrazioni teoriche, quando sei al sicuro, è facile rispondere.
Ma quando hai fatto e subito cose che non avresti mai pensato di fare e subire, quando i tuoi ideali e la tua dignità sono stati già calpestati troppe volte e in un'infinità di modi diversi; quando quei confini che ti eri imposto sono talmente distanti da aver perso significato; quando sei disperato, e la tua vita è davvero in pericolo, cosa saresti disposto a fare, e a perdere, per sopravvivere?
June e Janine sono in fuga, dirette a ovest, sul fronte. Scovano un treno merci diretto a Chicago e decidono che quello sarà il mezzo con il quale raggiungere il Mayday - il movimento di resistenza - ma non scelgono il vagone più adatto ad un lungo viaggio. Difatti, finiscono in un vagone frigo, contenente latte. Fortunatamente June riesce a trovare la valvola e a svuotare la cisterna, ma le donne sono stremate e al freddo. In una situazione del genere, uno scontro tra di loro non ha tardato ad arrivare. Janine, della cui vita precedente si scopre qualcosa in più grazie a dei flashback, attacca June, accusandola di essere di fatto responsabile della morte di Alma e Brianna, perché ha confessato agli Occhi dove erano rifugiate. Il fondato timore di June che i suoi torturatori potessero fare del male alla piccola Anna, non è stata una giustificazione sufficiente per Janine, che nutre profondo risentimento nei confronti dell'amica, e non intende celarlo.
Giunto a Chicago, il treno viene attaccato da alcuni guerriglieri, ai quali, ritenendoli alleati, le ancelle chiedono subito aiuto. Arrivati al loro quartier generale, capiscono ben presto che non solo non si tratta del Mayday, ma non è neanche un posto dove sentirsi al sicuro e tra amici. Tuttavia, non dispongono di molte alternative al momento, e Janine si fa avanti: se cedere al ricatto del capetto della banda è ciò che serve per avere un posto al caldo e del cibo in attesa di trovare un rifugio migliore, allora è ciò che farà. In fondo, dopo quello che hanno dovuto sopportare, cosa vuoi che sia: la parte difficile l'ha già affrontata prima.
La guerra
Nelle scorse stagioni di The Handmaid's Tale la guerra era relegata nello sfondo della trama e le ancelle si muovevano in iconiche ambientazioni potremmo dire "di altri tempi", adesso invece ci troviamo in uno scenario completamente diverso, anche se tristemente più familiare. Familiare perché in fondo, tutte le guerre si somigliano: scheletri di edifici, macerie fumanti, strade deserte, tanta miseria e, sullo sfondo, tra il fumo, lo skyline dei grattacieli di quella che fino a poco prima era un'importante metropoli degli Stati Uniti. In questo episodio ci viene introdotta quindi la nuova ambientazione nella quale si svilupperà la stagione e, se queste sono state solo le premesse, sarà molto interessante vedere il seguito. E non mi riferisco solo allo sviluppo della trama - allo stato attuale senza dubbio imprevedibile e, per questo, avvincente - ma ad aspetti più tecnici quali soprattutto la fotografia e la scenografia, sempre di altissimo livello, che potrebbero riservare sorprese.
Le nuove June e Janine
Nella narrativa letteraria e cinematografica, viene spesso utilizzata la metafora del bagno come una rinascita, segno di una nuova acquisita consapevolezza e di un cambiamento da parte dei personaggi. Seppur scevra dall'enfasi che normalmente attornia questi momenti, la scena del tuffo delle due protagoniste nel latte potrebbe appunto rappresentare un punto di svolta nel loro arco narrativo.
Come avevamo sottolineato il cambiamento di June è in atto da un po' di tempo, ma non aveva mai avuto un confronto critico in proposito. E finalmente e inaspettatamente arriva dal personaggio forse considerato più docile e remissivo: Janine. Nei suoi confronti June ha sempre avuto un atteggiamento protettivo, quasi materno. Per questo deve essere stato particolarmente doloroso per lei ascoltare le accuse dall'amica, che evidentemente ha saputo cogliere nel segno.
Il ribaltamento della loro dinamica consueta a cui assistiamo alla fine dell'episodio è indice inequivocabile di un'evoluzione nel personaggio interpretato da Madeline Brewer. Non a caso, in parallelo agli eventi dell'episodio, i flashback rivelano una parte importante del suo passato e mostrano un lato inedito della giovane, pragmatico e risoluto. Queste caratteristiche le permettono, per la prima volta, di non seguire l'ennesima decisione di June. Analizzando la situazione razionalmente, risulta chiaro che uscire da lì in una città in guerra senza riferimenti o sostegni, significa morte certa e, dopo tutto quello che hanno sopportato, in fondo il sacrificio che deve fare non è poi così grave.
Sembrerebbe però che questa sia una svolta anche per June: non aveva di sicuro scelto di essere il punto di riferimento delle altre ancelle, di guidarle alla ribellione o alla fuga. Di fatto, si è trovata in questo ruolo logorante e tremendamente solitario. In questo episodio appare in tutta evidenza il peso della responsabilità che June sente tutto sulle proprie spalle ma, con la discussione prima e con l'iniziativa finale, Janine le dimostra di volere essere sua pari, di volere e di poter condividere le responsabilità, di essere pronta a sacrificarsi per il loro bene, e questo può solo fare bene alla nostra eroina.
Un episodio di passaggio, nel quale vengono poste le basi per il prosieguo della trama successiva. Non per questo, la quarta puntata di The Handmaid's Tale è priva di eventi importanti e significativi, né tantomeno trascura la qualità di sceneggiatura e fotografia, davvero impeccabili.
Menzione speciale per i flashback che riguardano Janine, che colpiscono e fanno male perché sono tutto fuorché frutto di fantasia.
madforseries.it
4,6
su 5,0