The Cry: la Recensione della Miniserie TV targata BBC One

Scritto da: Valentina BiaforeData di pubblicazione: 

Attenzione: questo articolo contiene spoiler

The Cry è una miniserie di 4 episodi targata BBC One e rilasciata da noi in in Italia da TIM Vision, con protagonista Jenna Coleman, incredibile in questa interpretazione. Lo show è un avvincente thriller psicologico dove ci mostra che la verità ha due volti.

Ciò che ci ha incuriosito maggiormente di The Cry, serie tratta dall’omonimo romanzo di Helen Fitzgerald e proposta nel mese di Ottobre su TIM Vision, è stato vedere come Jenna Coleman avrebbe mosso i suoi passi in un contesto diverso dal suo solito nella serie Victoria (serie tv consigliatissima), dove interpreta per l'appunto la Regina Vittoria, una delle donne più importanti del XIX secolo e tuttora simbolo della Gran Bretagna.

The Cry mette in atto un dramma inaudito, una famiglia distrutta per la scomparsa del loro bambino di 3 mesi, Noah.  Ma sarà realmente questa la verità? 

Immensa Jenna Coleman

Come prevedibile, l'attrice è stata in grado di tener testa alle aspettative: Jenna Coleman nel corso della serie ha raccontato con grande incisività e spessore soprattutto a livello psicologico tutte le emozioni e le sfumature di Joanna, catalizzando completamente ogni attenzione su di sé e rendendo questo show un prodotto di nicchia e di rara bellezza.

Sin da subito entrano in scena 'due volti e due Joanna', come dice la stessa protagonista in una scena molto densa di significato. Ma cosa significa realmente questo dualismo? La possiamo considerare colpevole o innocente? Quello su lo show ci vuol far riflettere è che la verità è in una zona grigia non sempre giudicabile nel bene o nel male.

Un dualismo che permane per tutta la serie

Questo dualismo viene ostentato in tutti e quattro gli episodi, con ogni avvenimento o persona, non solo la protagonista.

  • Il compagno Alistair: da una parte apparentemente amorevole e comprensivo, dall’altro vanaglorioso ed egocentrico, ai limiti della sociopatia, spregevole nelle sue azioni e per la maschera che indossa nascondendo il suo vero io. 
  • I giornalisti e i media: da una parte una vera aggressione televisiva subita dalla coppia, con i giornalisti ovunque piantonati fuori casa. Dall’altra è la coppia stessa, con la manipolazione di Alistair, che ricerca il contatto con le telecamere nel tentativo di giustificarsi.
  • Alexandra, la ex moglie di Alistair: questo rapporto si rivela essere sincero, le due donne sembrano riconoscere l’una nell’altra la sola persona in grado di capire.

La presa di coscenza di Joanna

Nell'epilogo della serie vediamo Joanna prendere coscienza di sé in un climax ascendente dal suo annullamento come persona fino ad un crescendo di lucidità durante il processo, in cui la vediamo diventare vittima e carnefice, tacendo la verità sul piccolo Noah e portando con sé questo terribile segreto. Ancora una volta vediamo il doppio volto di Joanna, un volto legato a doppio filo con Alistair, vero nella sua cruda realtà.

Ewen Leslie ha saputo esprimere l’indole carismatica di Alistair, con una Coleman/Joanna preda perfetta per il compagno dalle doti persuasive e dalla personalità tossica. La narrazione presenta salti temporali svelano pian piano la verità,  facendo emergere con prepotenza le emozioni dei personaggi. La struttura degli episodi risulta scontata con due episodi sono introduttivi (a nostro avviso un po' troppo monotoni e lenti), e dopo con un crescendo dei ritmi.

Una vera chicca è il riferimento al “Triangolo di Karpman”, ossia i tre ruoli di “salvatore/vittima/persecutore” che vengono incarnati dai tre protagonisti.

Sicuramente una miniserie da vedere, un prodotto di nicchia che ci da spunti di riflessione importanti, dimostrandosi come in tutte le storia non c'è una verità assoluta, tutti possiamo diventare allo stesso tempo vittime e carnefici. Chi di noi non ha mai mostrato due volti, due Joanna?

madforseries.it

4.5
su 5,0

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