The Crown 3: la nostra Recensione e Prime Impressioni sulla serie TV Targata Netflix
Scritto da: Valentina Biafore - Data di pubblicazione:
Attenzione: questo articolo contiene spoiler
Abbiamo sempre adorato le serie tv a sfondo storico, magari condito da qualche intrigo di corte e un occhio dettagliato su dei personaggi di cui abbiamo largamente sentito parlare nel corso della nostra vita. Quando nel 2016 prese il via The Crown sulla Piattaforma Netflix c'è stata molta attesa ed entusiamo: finalmente una serie tv che trattava della famiglia reale britannica, la più chiacchierata di sempre, in un modo a dir poco epico. Dopo un inizio di visione senza pretese, dopo solo pochi minuti, con una intro potente e musica da pelle d’oca, eravamo già presi dalla show gridando "God Save the Queen".
Una cosa che ci siamo sempre chiesti è quale particolare meccanismo psicologico ci coinvolge sempre quando si tratta di un impero un po' sbiadito come quello britannico, sempre controcorrente rispetto ai propri politici, ultimamente in discussione sulla situazione della Brexit: la realtà è che c'è sempre una sorta di venerazione ed il fatto di narrare il potere britannico esercita un fascino irresistibile.
La serie
The Crown è una serie televisiva storica drammatica, creata e principalmente scritta da Peter Morgan e prodotta dalla Left Bank Pictures e dalla Sony Pictures Television per Netflix.
La serie è stata acclamata dalla critica e sono state apprezzate in particolare le interpretazioni di Claire Foy nel ruolo della protagonista e di John Lithgow nel ruolo di Winston Churchill; entrambi gli attori hanno vinto diversi premi, tra cui lo Screen Actors Guild Award per la migliore attrice in una serie drammatica e quello per il miglior attore in una serie drammatica.
Il punto cardine della serie è la vita di Elisabetta II del Regno Unito e sulla famiglia reale britannica da poco prima della sua ascesa fino ai giorni nostri. La prima stagione ha coperto un arco temporale che va dall'anno del suo matrimonio nel 1947, sino alla crisi di Suez nel 1956. La seconda stagione segue gli anni che vanno fino al 1964. La terza stagione prosegue con un arco temporale di 8 anni, fino al 1977.
Il cambio di cast
L’impeccabile cast che aveva dato vita alle prime due stagioni (tra gli altri composto da Claire Foy, Matt Smith, Vanessa Kirby e Matthew Goode) viene sostituito da controparti più anziane che possano rappresentare la famiglia reale. Un ricambio che non ha portato senso di smarrimento nello spettatore, rendendo la visione godibile, come se ci fossero sempre stati.
Un cast stellare, che si riempie di nomi incredibili. Olivia Colman (Premio Oscar nel 2019 per La favorita) è Elisabetta, Tobias Menzies (Il Trono di Spade) è Filippo, Helena Bonham Carter (Il discorso del re) è la Principessa Margaret, Ben Daniels (Rogue One: A Star Wars Story) è suo marito Antony Armstrong-Jones. E i nuovi arrivi, Josh O’Connor (che sarà il Principe Carlo), Erin Doherty (la Principessa Anna), Marion Bailey (la Regina Madre), Jason Watkins (il Primo Ministro Harold Wilson), Charles Dance (Louis Mountbatten), Emerald Fennell (che sarà Camilla Shand, che in futuro conosceremo meglio come Camilla Parker Bowles). Nella quarta stagione cui saranno ache Emma Corin (nei panni della futura principessa Diana Spencer) e, infine, Gillian Anderson che presterà il volto a Margaret Thatcher.
Il filo conduttore della serie: il Cambiamento
Se riflettiamo bene, dopo la visione della stagione, la vera e propria trama orizzontale è il cambiamento in tutte le su sfaccettature. Un cambiamento significativo e di impatto nel cast innanzitutto, necessario ai fini della trama visto lo scorrere del tempo, ma anche imposto che bisogna accettare. Il cambiamento è il tema principale della serie: l'Inghilterra lo chiede con veemenza alla famiglia britannica, che risulta un po' obsoleta e rigida nei suoi riti, con il bisogno di svecchiarsi un po' coinvolgendo di più la popolazione. Un popolo attraversato da pericolose tensioni sociali e politiche.
Considerazioni generali
La serie è riuscita nel difficile compito di farci interessare ad una storia che fondamentalmente già conosciamo, esponendo i loro leader fragili ed umani, reduci non solo da trionfi ma anche da disfatte clamorosamente pubbliche e personali.
Ci viene fornita una chiara caratterizzazione dei personaggi dove ogni singolo riesce ad emergere e brillare di luce propria, in particolar modo della Regina e del suo consorte Filippo di Edimburgo , anima inquieta sempre alla ricerca del suo posto nel mondo e senza dimenticare la sfacciata sorella Margaret e la figura appena introdotta di Carlo nell'ultima stagione.
Tutto ciò riuscendo nel difficile compito di appassionare anche il pubblico meno dedito alla visione del realismo storico. La storia viene narrata con enorme cura e precisione delle situazioni culminanti della vita della regina, offrendoci spaccati di vita sicuramente un po' romanzati nel dialogo, ma veri nella loro realtà e nudità.
Un investimento riuscito su una storia che forse nessuno avrebbe puntato, senza mai scadere nella banalità della donna al comando: una Colman che interpreta Elisabetta in tutte le sue sfaccettature, che ammette le sue mancanze, ma che poi con estrema arguzia trova il modo di brillare e diventare grande. Capace di mantenere il potere con uno sguardo algido anche nella sfera familiare, una donna fredda, superiore a tutto e spesso crudele e disinteressata a ciò che la circonda e anche con i suoi stessi figli, tutto ciò che abbia la sfortuna di non essere un cavallo (o un corgi). Vediamo poi il mutamento della regina da una chiusa insicurezza ad un’intelligenza strategica ed una fioca apertura verso il suo popolo, in un periodo come gli anni 70 davvero arduo per la corona. Ma in ogni momento di queste e stagioni ciò che abbiamo potuto vedere è stata la capacità di una donna di costruire un mito incontrastato.
“A volte non fare nulla è la cosa giusta, ma chi non fa nulla non scrive la storia”.
Accanto a questa, di regina, c’è un Filippo più mansueto con un Menzies che sostituisce il turbolento Principe ribelle di Matt Smith. Filippo in questa stagione ha capito di essere sposato con una delle donne piu potenti del pianeta, conosce il suo ruolo e la rispetta, pur continuando a essere irruento e incattivito con gli altri. La puntata dedicata a lui è quella che a nostro parere Ä— poco riuscita: stucchevole e un po' pesante, con un Filippo fissato per lo sbarco sulla luna per farci capire che sta passando una crisi di mezza età.
Personaggio che perde un po' il suo charme rispetto al suo predecessore Ä— la coppia Helena Bonham Carter–Ben Daniels che sostituiscono i perfetti Vanessa Kirby e Matthew Goode. I nuovi interpreti della 3 stagione sono fantastici, non è una mera critica perché la bravura è innegabile, ma in particolare la Kirby nei panni di Margaret era fantastica e spregiudicata; la Bohman Carter spettacolare, ma perde in fascino facendo un po' da contorno alla serie.
Nota di merito per la New entry Josh O’Connor che interpeta un Carlo maltrattato, messo da parte , sottovalutato soprattutto dai suoi stessi genitori, cosa che lo ferisce moltissimo. Il suo Principe del Galles è un ragazzo sensibile e intelligente, gentile ed attento al prossimo come vediamo nell’episodio in cui gli viene dato il titolo reale nel Galles, facendosi apprezzare nonostante il Galles non sia pro-corona. Bello vedere la sua storia d’amore con Camilla, già da subito turbolenta ed ostacolata.
Una scrittura impeccabile
Oltre ad un cast stellare, che ha dato vita ad episodi di altissimo livelli, sicuramente una nota di merito va ad una grande sceneggiatura, punto focale di The Crown sin dagli esordi. Episodi di un impatto enorme a livello visivo, comunicativo ed emotivo. Ma aggiungerei anche una sceneggiatura inevitabile perché è la storia che crea la giusta via da seguire, descrivendo una regina sia nella sua intimità che nella sua grandezza da sovrana, donna forte che non ha mai rinunciato alla sua identità. È qui bisogna fare un plauso alla piattaforma Netflix, che con i suoi prodotti, in particolare con The Crown è capace di offrirci un ritmo che non annoia, una recitazione da parte dei personaggi eccellente, una regia di livello dove sembra di stare al cinema. Ci dovevano essere più serie così quando andavamo a scuola, per visionare un racconto della storia eccelso. Altra nota di merito per i costumi, quasi simili alla realtà. Impeccabili.
Il Futuro
La stagione ci lascia con il giubileo del 1977, i 25 anni di regno della Regina, con una scena finale che trasmette tanta emozione perché vediamo come alla fine essere di stirpe reale porti ad essere tutti un po' soli, dimostrandosi quasi inumani e senza cuore. Finiti gli anni Settanta, ci attende la quarta stagione l’anno prossimo con gli anni Ottanta, con la parabola della Thatcher e quella di Diana. La maggiore curiosità è vedere come affronteranno la vicenda della morte della Principessa di Galles. Fino ad allora possiamo solo attendere, sentendoci un po' orfani di una serie perfetta.
E voi cosa ne pensate di questa terza stagione di The Crown? Vi lasciamo con un video Netflix con Emanuele Filiberto di Savoia, in occasione del rilascio della serie. Seguiteci sulla nostra pagina Facebook per rimanere sempre aggiornati sulle news del momento.
Una serie e una stagione a dir poco perfetta sotto ogni aspetto. Ha avuto la capacità di rinnovarsi con un cast stellare che ha elargito una grande interpretazione, un cambiamento che non ha creato problemi allo spettatore sulla visione. Un cast quasi capace di mettere un po' in ombra Elisabetta II rispetto gli altri membri della famiglia reale.
Ogni episodio ci trasmette un aspetto della storia poco conosciuto, con avvenimenti che fungono da metafora per fornirci spunti di riflessione sulla necessità di modernizzare e rimanere a passo con i tempi, sulle difficoltà di essere ciò che sono e i loro stati d'animo. La critica feroce alla Corona non è mai stata tanto intensa, sempre molto sottile, cercando di dare valore all'aspetto emotivo della famiglia reale.
Sceneggiatura impeccabile, vera spina dorsale della serie insieme al cast, grazie anche alla storia che ha dato un enorme contributo.
madforseries.it
5,0
su 5,0