Riverdale 3x02, Recensione: le Indagini pericolose di Betty e Jug
Scritto da: Maria Anna CappelleriData di pubblicazione:
Il secondo appuntamento con Riverdale ci vede divisi tra due storyline: Archie dietro le sbarre da un lato, dall’altra il ritorno dei Bughead investigatori, che indagano sulla morte di Dilton. Praticamente passiamo in scioltezza da Scooby Doo a Prison Break, con evidenti tracce di Pretty Little Liars.
La puntata inizia alla grande: ci ricordano subito che i figli gemellini di Pollie Cooper, si chiamano Juniper e Dagwood. Come se il padre morto, entrambi i nonni assassini, una madre fuori come un balcone non fossero già abbastanza disgrazie.
Tuttavia non è chiaro se ciò che abbiamo visto la settimana passata (i due bimbi fluttuare in aria sul falò) fosse reale, oppure, come sostengono Pollie e Alice, frutto di un’allucinazione di Betty.
Nessuno.
Bughead Investigations back in business
Torna la coppia degli investigatori innamorati, Betty e Jughead, che ci fanno credere che sia normale vedere due adolescenti intrufolarsi nell’obitorio così, corrompendolo con qualche dollaro guadagnato vendendo limonate. Comunque dall’inquietantissimo medico legale scoprono che il povero Dilton ha dei simboli incisi sulla schiena, le labbra bluastre, e pare sia morto per aver ingerito del cianuro. Non è ancora chiaro se però si sia trattato di suicidio o di omicidio.
Betty e Jug decidono di andare a trovare Ben, l’altro ragazzo coinvolto nel rito satanico con Dilton, che è in coma in ospedale. Sorpresona sorpresona, a Riverdale sembra essere arrivato qualcuno con un po’ di buon senso: vengono infatti colti in flagrante dal nuovo sceriffo che afferma: “non lascerò che due teenagers compromettano un’indagine aperta per omicidio”.
Questo momento di ritrovata lucidità non dura però neanche un minuto, perchè arriva subito una scema di poliziotta che mica dice “sceriffo, le devo parlare in privato”, “sceriffo ho delle novità, mi segua fuori” o qualunque altra cosa simile.. NO! Pensa bene di comunicare davanti a tutti che è stata denunciata la scomparsa di un altro ragazzo che fa parte della combriccola di Dilton.
Investigando, investigando, i due ragazzi scoprono è coinvolta anche Ethel, la quale rivela che, per giocare a questo assurdo gioco di ruolo, il gruppetto si ritrovava all’interno di un bunker in mezzo al bosco. La ragazza promette di condurli lì e dà loro appuntamento lì vicino. Al posto di Ethel però, Jug e Betty si trovano di fronte ad un essere mostruoso e gigantesco, che a quanto pare sembra proprio essere il Re Gargoyle. In realtà si intuisce che si tratta di una sceneggiata creata ad arte da Ethel, probabilmente per tenere lontani i due ragazzi. Ma figurati se desistono! Anzi, grazie alla mappa che ricorderete Dilton aveva lasciato a Jug, riescono a scovare il bunker e ovviamente ci vanno da soli (e figuriamoci se lo dicono alla polizia).
Lasciamo perdere le imprecazioni e gli infarti rischiati durante la scena horror nel bunker. Quello che conta è che quel tizio trovato all’improvviso sotto la brandina, è il ragazzo dato per scomparso, che ignaro della morte di Dilton, si è nascosto lì ad attenderlo. Interrogandolo, Betty e Jug traggono alcune informazioni e decidono di affrontare Ethel che sa molto di più di quando vuole far credere ma, proprio quando pare stia per rivelare qualcosa, inizia ad avere le convulsioni, sembrando quasi essere posseduta.
Mentre cercano di aiutarla e di chiamare un’ambulanza, Betty si accorge che lì con loro c’è anche la figlia di Edgar Evernever, il capo della Fattoria (la setta frequentata da Pollie e Alice Cooper). La ragazza (che abbiamo appena conosciuto) non ce la racconta giusta: sta in disparte ma sembra quasi che abbia causato lei lo svenimento di Ethel!
Se così fosse, ne conseguirebbe che le storie di Re Gargoyle e della Fattoria potrebbero essere collegate, ancora però si deve capire come.
Mentre sono in ospedale per Ethel, Betty e Jug decidono di passare nuovamente a trovare Ben che nel mentre si è svegliato dal coma. Una volta giunti nella sua stanza, lo trovano sul ciglio della finestra, in preda a un delirio, dice che si vuole suicidare perchè così sarà insieme a Dilton, che questo è il “Suo piano” (non è chiaro di chi, ma ho qualche sospetto) e che presto saranno finalmente tutti insieme nel “Regno” . Dopo aver pronunciato queste parole, Ben, davanti agli occhi increduli di Jughead e Betty, si butta di sotto.
Archie dietro le sbarre
Passiamo alle scene alla Prison Break, con il povero Archie che non se la passa affatto bene dentro il riformatorio: non che ci immaginassimo un resort a 5 stelle, però neanche una specie di carcere di massima sicurezza con direttore super corrotto, e gang in lotta quotidiana che si accoltellano a vicenda!
Veronica, ormai redenta e sempre più divisa dal padre, è sempre più impegnata a mostrare la sua vicinanza al fidanzato che sostanzialmente si trova in quella situazione per colpa sua.
Il nostro rosso preferito, dopo soli due giorni, riesce a scardinare un sistema che sembra ormai consolidato, con un pippotto intriso di moralismi e frasi fatte, convince tutti i ragazzi a organizzare una partita di baseball, a prescindere dalle fazioni di appartenenza.
Durante la partita, aldilà della rete che delimita il campo del centro di detenzione, arrivano anche Veronica, Cheryl e le Vixens a fare uno spettacolo.
Apparentemente il balletto non ha senso alcuno, se non dare nuovo materiale ai detenuti per affrontare le lunghe notti in astinenza. Non per niente, alla vista di tanta gnagna tutta insieme come non ne vedevano da anni, tutti i maschioni si sono letteralmente fiondati contro la rete ansimando, fischiando e facendo gli animali in calore, che neanche a Ciao Darwin quando arriva madre natura.
In realtà la presenza di Veronica è un espediente per farci capire che il direttore del carcere è in combutta con Hiram Lodge (sempre più odioso).
A quel punto però succede l’inferno: per ordine del direttore arriva un esercito di guardie in assetto anti-sommossa che iniziano a pestare a sangue i ragazzi, con il pretesto che quella che in realtà era una partita tranquilla, fosse una rivolta.
Passi anche che Archie, con abili mosse alla Bud Spencer, riesca a mettere al tappeto ben tre guardie armate di manganello, casco e scudo. Tutta la scena era di un’assurdità inaudita: siamo in un riformatorio, quindi lì dentro sono tutti minorenni. Ma poi, anche riuscendo a immaginare una cosa del genere come plausibile: a quella guerriglia hanno assistito circa 10 ragazze, che se denunciassero la cosa, farebbero chiudere il riformatorio in due secondi netti!
Ma come sempre in Riverdale, non facciamo neanche in tempo a meravigliarci di qualcosa, che subito succede qualcosa di peggio: Archie - che considerato quante ne ha prese, ci aspetteremmo su una lettiga tumefatto, ferito, zoppo - invece è tutto fresco come una rosa e, appena rientrato in cella, gli viene riferito che il suo compagno (Mad Dog) è morto.
Poi arriva il direttore, che chiaramente è un estimatore dei muscolazzi di KJ, e infatti si complimenta con lui per le prestazioni durante i tafferugli, e lo battezza come suo Mad Dog.
Ma cosa vorrà dire?
Poi siccome non c’è limite al trash, Veronica, anziché essere sotto shock da Oprah a denunciare la violazione dei diritti umani stile Guantanamo a cui ha appena assistito, si pone il solo problema che il suo caro papino ha fatto in modo che non potesse più andare a trovare il fidanzato. Fortuna che c’è Cheryl che le suggerisce di farsi un documento falso e camuffarsi con una fintissima parrucca bionda.
Il colpo di scena finale
Proprio alla fine, arriva il colpo di scena più bello dell’intera puntata:
Tutti gli adulti di Riverdale (ma proprio tutti tutti, persino madama Blossom) sono riuniti nell’ufficio della sindaca e si scopre che condividono uno scheletro nell’armadio: Si riferiscono a degli eventii avvenuti in una notte di tanti anni prima, una notte di cui avevano promesso di non parlare mai più.
Non si chiarisce bene di cosa stiano parlando, però è chiaro che sia correlato al gioco di ruolo di Dilton e Ben e Ethel.
L’ex sindaco Sierra (la mamma di Josie), da sempre integerrima sostenitrice della legalità, vorrebbe che Hermione intercedesse con lo sceriffo affinché insabbiasse l’omicidio di Dilton, ma è chiaro che tutti i presenti, più che della polizia, sono preoccupati per le indagini che stanno svolgendo Betty e Jughead.
Hanno paura che il loro segreto non potrà rimanere tale a lungo, perchè saranno sicuramente costretti ad intervenire per il bene dei loro figli.
Questa scena prelude alla puntata flashback della prossima settimana, dove vedremo Riverdale nel passato, e in cui alcuni degli adulti saranno interpretati proprio dai loro figli nel telefilm (e dal figlio vero nel caso di Hiram). Sicuramente scopriremo di più su questa famosa notte da dimenticare.
Magia o non magia
Non credo che l’intenzione degli autori sia di inserire l’elemento magico, che hanno detto più volte non esistere nella trasposizione televisiva di Riverdale (nel fumetto, come sappiamo, la magia c’è eccome). Scopriremo probabilmente verso la fine della stagione che le persone coinvolte nel gioco di Re Gargoyle (e secondo me anche della Fattoria), sono vittime di una qualche assurda tecnica di ipnosi, o qualcosa di simile. Insomma, la spiegazione sarà insensata e irrazionale, perché ricordiamoci che siamo a Riverdale, però non credo ci sia di mezzo il soprannaturale.