Penny Dreadful: dalla Serie TV Madre, allo Spin-off City of Angels, da dove è nato tutto?
Scritto da: Alessandro LellaData di pubblicazione:
Attenzione: questo articolo contiene spoiler
Come molti di voi ben sapranno, siamo ormai prossimi all'uscita del tanto atteso spin-off di Penny Dreadful, show con Eva green e Josh Hartnett, intitolato Penny Dreadful: City of Angels (qui trovate la nostra guida con tutte le info note), che vanta nel proprio cast attori come Kerry Bishé (Scrubs), Natalie Dormer (Game of Thrones e I Tudors, solo per dirne alcuni) e Nathan Lane (innumerevoli film e visto in Modern Family).
Partendo dal presupposto che l'hype per questo spin-off in arrivo, dopo esserci innamorati della serie madre, è alle stelle, andiamo ad analizzare da dove è nata questa idea e perché invece non hanno optato per proseguire con una quarta stagione di Penny Dreadful.
Penny Dreadful: City of Angels, da dove è nata l'idea?
Il 1° novembre 2018, Gary Levine, presidente di Showtime aveva annunciato di essere al lavoro sul nuovo capitolo della saga di Penny Dreadful, un sequel spirituale della serie originale che avrebbe continuato ad esplorarne il mondo e la mitologia.
Ecco le parole di Levine (qui sopra in foto) a riguardo:
“Siamo rimasti così entusiasti quando John Logan è venuto da noi con questa versione profondamente originale della mitologia di Penny Dreadful che esplora sia lo spirito umano che il mondo degli spiriti qui in California. Penny Dreadful City of Angels si preannuncia una saga avvincente di amore familiare che si staglia contro i terrificanti mostri attorno e dentro di noi”.
A tali parole poi, si sono aggiunte quelle del creatore dello show, John Logan:
“City of Angels avrà un messaggio sociale e una consapevolezza storica che abbiamo scelto di non esplorare nelle trame londinesi di Penny Dreadful. Ora siamo alle prese con specifiche questioni politiche, religiose, sociali e etniche del mondo reale. Nel 1938, Los Angeles si trovava ad affrontare alcune problematiche complesse riguardanti il suo futuro e la sua anima. I nostri personaggi devono fare lo stesso. Non esistono risposte semplici. Ci sono solo quesiti potenti e dilemmi morali paralizzanti. Come sempre nel mondo di Penny Dreadful, non ci sono eroi o criminali in questo mondo, solo protagonisti e antagonisti; personaggi complicati e conflittuali che vivono sul confine della scelta morale”.
Dunque, la scelta di creare uno spin-off è anche legata al poter scegliere un periodo storico differente, che ti permette di aver il giusto mix tra problematiche sociali e religiose (ricordiamo che è ambientato a Los Angeles, quindi con tutti i conflitti sociali e religiosi tra messicani e americani), ma al contempo, andare ad analizzarle in periodo più simile al nostro, con tematiche più vicine a noi.
Penny Dreadful, stagione 4 mai realizzata, perché?
La decisione da parte del creatore John Logan di rinunciare alla stagione 4 di Penny Dreadful, fu molto controversa, andando a concludere quasi a sorpresa la serie, con la scritta “The End” che appare alla fine del nono e ultimo episodio della terza stagione.
Logan aveva poi spiegato/giustificato la sua scelta, affermando che per lui la storia finiva con la morte di Vanessa Ives (interpretata magistralmente da Eva Green), per il cui personaggio aveva immaginato un racconto composto da tre stagioni.
Affermazione questa, che per chi ha visto l'intero show, non suona come una scusa, ma che, al contrario, va ad essere condivisa tramite una terza stagione che non lascia nulla al caso, che fa incastrare tutti i tasselli della storia in maniera impeccabile, andando a chiudere un cerchio che doveva esser chiuso, per far si che lo spettatore comprenda appieno i valori e dello show.
Cerchio questo, nel quale si sviscera l’ultima battaglia fra bene e male, nel quale tutti i personaggi sono messi di fronte a tutte le loro paure più recondite e che, vedrà il compimento di una drastica scelta da parte di uno di loro, che cambierà inevitabilmente cambierà il corso della storia.
Scelta sofferta ovviamente, che porta con se una marea di tristezza ma al contempo speranza, la speranza di poter costruire una vita dignitosa, senza sofferenze ma con la consapevolezza che la felicità ha un caro prezzo (a mio parere, si nota una forte similitudine con periodo che stiamo vivendo attualmente a).
La terza stagione infine, terminava con una frase ad effetto di John Clare (Rory Kinnear) che fa calare il sipario sullo show, con l’ultima scena che fa scendere inesorabilmente una lacrima dolce-amara, perché dentro di te hai realizzato che dovranno passare anni prima di poter ammirare una serie così profonda, piena di sfumature e che celebri la diversità e l’animo umano nella sua accezione più forte e virulenta.
Ecco spiegato il perché non è stata fatta la stagione 4, perché sarebbe stato un prolungare una storia perfetta, che racchiude tutto ciò che si possa desiderare per uno show. E, al contempo è per questo motivo che l'Hype per il sequel è alle stelle, che John Logan e il grande cast a sua disposizione possano davvero ricreare uno show così unico? O assisteremo a una mera brutta copia?
Ovviamente non ci resta che aspettare ancora qualche giorno prima di trovare risposta a tutte le nostre domande.
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