Outlander 6x01: Recensione del Primo Episodio della nuova Stagione, "Echoes"
Scritto da: Roberta Greco - Data di pubblicazione:
Sono passati quasi otto anni dalla messa in onda sul canale STARZ del primo episodio di Outlander, la serie televisiva creata da Ronald D. Moore e basata sulla saga letteraria di Diana Gabaldon eppure dopo ben cinque corpose stagioni lo show non ha mai smesso di appagare le curiosità storiche, le aspettative di suspense e di intreccio travolgente e il costante appetito di scene commoventi e romantiche del suo orgoglioso pubblico.
Outlander ha il potere di trasportarti in un intimo e caldo cottage quando fuori dalla finestra c’è il più gelido inverno, di farti accarezzare i piedi dall’erba fresca e profumata mentre il sole ti illumina e il secondo successivo di riempire il tuo cammino di nebbia accecante e uno spaventoso sospirare da cui, alla fine, c’è sempre la speranza di una via d’uscita. Tutto questo non è reso possibile dalla troupe dei macchinisti né dal direttore della fotografia né dal cast né dalla regia né dai costumi e neppure dalla sceneggiatura ma dall’insieme di tutti questi elementi e da un’aleggiante atmosfera magica che altro non è che l’essenza ancestrale e formidabile di questo racconto.
Sotto una minuzia di particolari storici e di ambientazioni arcadiche in continua evoluzione i temi universali e attuali che Outlander percorre sono gli unici a non cambiare mai e tutti sono circoscrivibili in una sola azione: essere capaci.
Outlander è capacità d’amare, capacità di reinventarsi continuamente e allo stesso tempo di non perdere mai sé stessi, capacità di combattere, di perdonare, di saper aspettare. Perché se c’è una cosa che questa storia non racconta è la stasi. I suoi personaggi sono dei combattenti, in continua lotta per la sopravvivenza dell’anima e del corpo, alla disperata ricerca di un sentiero da calpestare insieme.
Ad un primo sguardo - lungo ottanta minuti - sembra che anche il sesto capitolo raggiungerà i medesimi obiettivi.
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"Per sangue e per scelta, siamo noi a creare i nostri fantasmi. Ci tormentiamo da soli".
La trama di questo episodio è estremamente fedele al titolo che porta. Gli echi. Gli echi da cui nessun personaggio è autorizzato a scappare. Tutti ne hanno uno o più di uno. Sono loro i fantasmi che li perseguitano.
Claire (Caitríona Balfe) deve fare i conti con l’angosciante trauma che le è stato provocato e che sembra recuperare grazie all’etere, un anestetico da lei fabbricato; Jamie (Sam Heughan) deve vedersela con il nuovo colono di Fraser’s Ridge e con le diatribe tra indiani, coloni e rivoltosi, Brianna (Sophie Skelton) e Roger (Richard Rankin) con la paura che la loro vita possa essere scossa da un momento all’altro, Fergus (César Domboy) e Marsali (Lauren Lyle) con i problemi del loro matrimonio e il giovane Ian (John Bell) con le sue scelte passate e con quelle ancora mai percorse.
La storia prosegue senza mai inciampare, intima e lenta prima incalzante dopo. Tornano i luoghi comuni e più significativi della saga: la frusta e le cicatrici, la passione fra Jamie e la sua sassenach, le contaminazioni del progresso scientifico in un mondo ancora impreparato ad accoglierle.
La color palette è come sempre incantevole e coerente con l’atmosfera delle scene, la nuova versione di The Skye Boat Song è più intima e matura, di pari passo con l’avvicinarsi alla fine e il cast è mozzafiato compresi i nuovi arrivati. Mark Lewis Jones è perfettamente all’altezza del personaggio di Tom il quale sicuramente avrà un enorme impatto sulla vita dei residenti del Fraser’s Ridge; per quel che riguarda Jessica Reynolds (Malva) e Alexander Vlahos (Thomas) sembrano inserirsi bene nel contesto generale della serie TV.
Le fondamenta sono state gettate. Non resta che aspettare i primi fuochi, certamente causati – per la maggiore - da quei rifiuti umani dei Brown.
Di seguito, il promo del prossimo episodio: "Allegiance".
Outlander non delude nemmeno stavolta.
Le fondamenta per una nuova emozionante e ricca stagione sono state gettate e la strada pare tutta in discesa.
madforseries.it
4,0
su 5,0