Old but Serial: vi Ricordate di "Hercules, the Legendary Journeys"?
Scritto da: Enrico CipollettiData di pubblicazione:
Gli anni '90 hanno rappresentato secondo il nostro parere un periodo molto importante per le serie TV; svariate sono state le produzioni straniere arrivate in Italia per costellare i nostri palinsesti, dalla mattina alla sera, dal Lunedi alla Domenica, portando contenuti di diversa qualità ma di intrattenimento.
Oggi le serie TV hanno una distribuzione diversa, grazie soprattutto ai colossi dello streaming mondiale che hanno rivoluzionato il modo di intendere e di vedere una produzione seriale, dando la possibilità spesso di poter prendere visione di una data serie nella sua interezza sin dal day one.
Una volta (sembrano passati millenni, ma in fondo parliamo di poco più di un decennio fa), seguire una serie TV, soprattutto da ragazzini, era un qualcosa che cozzava con il termine "serialità" per come lo si intende oggi; sapevi che il pomeriggio c'era il tuo programma preferito, e non importavano timeline, continuity, dare un ordine agli episodi... Ci si sedeva sul divano, si accendeva il televisore e si iniziava la visione.
In questa rubrica vogliamo parlarvi di quelle serie più vecchiotte, forse anche più trash, ma a modo loro fantastiche (nel corso dei mesi parleremo anche di serie più vecchie ma non di questo stesso target) cominciando con il parlare di una serie che probabilmente avete visto tutti e che ha allietato i nostri pomeriggi per diverse stagioni: stiamo parlando di Hercules: the Legendary Journeys!
La serie, con protagonista quel fusto di Kevin Sorbo nei panni di Hercules, in onda negli USA dal '95 al '99, è composta da sei stagioni per un totale di ben 111 episodi e narra le gesta dell’eroe dalla forza inaudita della mitologia greca.
La Trama
Ambientata nel periodo dell’antica Grecia (non proprio fedele storicamente), questa serie dai pochi spunti mitologici parla di Hercules, figlio di Giove, odiato a morte dalla matrigna Giunone poiché la sua nascita era il frutto dei tradimenti del marito (Giove appunto).
Hercules rinuncia all’immortalità e comincia a combattere sia i nemici terreni, sia quelli ultraterreni, e le sfide che è costretto ad affrontare insieme al suo fedele compagno Iolao (interpretato da Michael Hurst) sono numerose, alcune mandategli contro da Giunone stessa, altre incontrate lungo il suo viaggio, ma riuscendone sempre trionfante.
La Sigla
In Italia la sigla aveva la voce narrante di Sergio Fiorentini, che con le sue parole accompagnava una sequela di scene del nostro forzuto eroe.
Una sigla dinamica, coinvolgente, ma non troppo realizzata con lo stile delle produzioni dell’epoca (vedi Baywatch, A-Team ecc.), a tratti un po banale ma comunque di impatto.
Di seguito vi lasciamo al video della sigla (con voce narrante originale), nel caso non ve la ricordiate o voleste rivederla per scatenare i feels:
In conclusione
Una serie questa senza troppe pretese, con pochissimi riguardi nei confronti del periodo storico nel quale si svolge, non rispettandone usi e costumi, utilizzando vesti medievali invece di vesti tipiche dell'antica Grecia, dando nomi latini ai personaggi e non mostrando i grandi eventi storici dell'epoca, citandoli al massimo.
Molteplici sono i personaggi incontrati dal nostro eroe (minotauri, centauri, bestie di ogni genere e chi più ne ha più ne metta), ed altrettante le sfide affrontate, il tutto realizzato con effetti speciali di bassissimo livello, ma che rendevano il tutto più affascinante, nonostante le note trash che si palesavano a tratti.
Bella l'idea di realizzare crossover con Xena, la Principessa Guerriera, interpretata da Lucy Lawless, che ha rappresentato per Hercules una degna avversaria, date le sue grandi abilità come combattente.
Apparsa in ben sei episodi della serie, fa la sua prima apparizione nell'episodio "Hercules e la Principessa Nemica", ma di questo ne parleremo prossimamente, dato che esiste una serie spin-off famosissima su di lei.
In definitiva una serie dalla qualità mediocre, ma dal livello altissimo di intrattenimento, compagna di interminabili pomeriggi, preferita a noiosissimi compiti di matematica, accompagnata dalla lunga lista di serie sparse nei canali italiani, divertente, trash e poco educativa culturalmente, ma non fa niente, aveva Iolao...