Narcos: Messico 2 - La Recensione della nuova Stagione della Serie TV Netflix

Scritto da: Enrico CipollettiData di pubblicazione: 

Attenzione: questo articolo contiene spoiler

Dal 13 febbraio 2020 ha fatto ritorno su Netflix, con la sua seconda stagione, Narcos: Messico, la popolarissima serie che racconta le scorribande dei cartelli messicani negli anni '80, creata da Carlo Bernard e Doug Miro, rifacendosi ad eventi realmente accaduti.

Parente stretta di quel Narcos ambientato in Colombia con protagonista Pablo Escobar prima, ed il Cartello di Cali poi, lo spin-off messicano torna per proseguire le vicende del capo dei capi del Messico dell'epoca, Miguel Ángel Félix Gallardo (interpretato da Diego Luna), colui che verso metà anni '80 riuscì nell'impresa di unire tutti i principali cartelli del paese, istituendo così la Federazione.

Dove eravamo rimasti?

Durante la prima stagione ci era stata mostrata l'ascesa di Felix nel mondo del narcotraffico, da semplice poliziotto, spacciatore di erba sottobanco, a leader incontrastato dei cartelli di quello che all'epoca era forse il paese più corrotto e criminoso del mondo.

Contrastato per l'intera stagione dall'agente della DEA, Kiki Camarena (interpretato da Micheal Pena), sul finire della stessa Felix fa uccidere il povero agente.

Questo evento cambierà completamente le carte in tavola, scatenando l'ira degli Stati Uniti d'America che apriranno una vera e propria caccia all'uomo, disposti a tutto pur di fermare lo spietato ex poliziotto messicano.

Il declino di Felix

Se nella prima stagione Felix Gallardo era stato l'uomo capace di realizzare l'irrealizzabile, ergendosi a uomo più pericoloso dell'epoca secondo solo ad Escobar, in questa nuova stagione vediamo il netto declino del boss che, troppo pieno di se, pur mostrando ottime doti strategiche e una certa faccia di glutei, mista a doppi giochi, condita con recuperi in extremis delle situazioni più disperate, farà seguire una serie di errori che lo porteranno al tracollo.

Tra accordi non mantenuti, intrighi al potere, corruzione e violenza, scopriamo un Felix nudo di fronte agli eventi che si susseguono e che lo rendono mano a mano sempre meno credibile e temibile agli occhi dei suoi sottoposti, i boss delle piazze della Federazione.

Questa volta il boss avrà alle calcagna una sorta di task force composta da poliziotti americani e messicani, capitanati da Walt Breslin, l’agente arrivato in Messico per indagare sulla morte del collega Camarena.

Breslin (interpretato da Scoot McNairy) è tutto sommato un buon personaggio, che rappresenta i veri valori di rispetto e lealtà, segnato da una brutta perdita familiare, pronto a tutto pur di portare a termine la sua missione, purtroppo anche a rischiare la sua vita e quella dei colleghi. 

Pur peccando leggermente di carisma, un po' come il personaggio di Kiki Camarena, e pur non arrivando ai livelli del buon vecchio Javier Pena (interpretato dal grande Pedro Pascal), Walt Breslin riesce subito a far affezionare lo spettatore, anche per l'atteggiamento ed il ruolo che gioca con personaggi come Pablo Acosta (boss che presto deciderà di collaborare per smascherare il cartello) e la sua compagna Mimì (interpretata da Sosie Bacon, la figlia di Kevinone nostro), o per il rapporto che ha con i suoi compagni di missione.

Era meglio la Colombia...

In linea generale, nonostante ci troviamo di fronte ad un buon prodotto seriale, si fatica a collocare Narcos: Messico sullo stesso piano del ciclo di storie in tre stagioni della controparte colombiana, vuoi per potenza dei personaggi o per i ritmi della serie.

Con lo spin-off messicano (se così lo si può definire) il livello si è leggermente abbassato, mostrandoci stagioni interessanti, a tratti avvincenti, ma non travolgenti, dirompenti, con picchi di noia qua e la.

Ciò nonostante molti sono gli ottimi spunti che possiamo trovare nella seconda stagione, come i rapporti tra personaggi, gli intrecci delle storyline ed un incredibile "crossover" portato su schermo, con personaggi colombiani (vedi Navegante e Pacho) e gli attuali protagonisti.

Questa nuova stagione di Narcos ha come al solito una grandiosa fotografia, una buona regia e sceneggiatura e ha dei personaggi scritti bene ma che non sempre bucano il display del tablet piuttosto che lo schermo del nostro PC, per lo meno non hai livelli di Escobar e compagnia.

Ci troviamo davanti ad un prodotto confezionato abbastanza bene e offerto allo spettatore come dono importante e pregiato, che una volta scartato però, lascia quel senso di incompleto appagamento, come se potesse dare di più.

Narcos: Messico è una buona serie ma non ai livelli delle tre stagioni dello show principale.

Godibile, che tiene incollati allo schermo ma che dopo il finale lascia quel senso di incompleto, di scarso appagamento, ma in fin dei conti, glielo si può perdonare.

madforseries.it

3,5
su 5,0

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