Le Migliori Soundtrack delle Serie TV: Watchmen secondo Trent Reznor e Atticus Ross
Scritto da: Danilo di Feliciantonio - Data di pubblicazione:
Attenzione: questo articolo contiene spoiler
La serie TV Watchmen, firmata da un Damon Lindelof per HBO in stato di grazia, ha esordito circa un annetto fa con elevate aspettative, considerato il peso del precedente capitolo, un vero e proprio capolavoro assoluto del fumetto, purtroppo mal trasposto cinematograficamente prima: approcciarsi alla scrittura densa di Alan Moore non è stata di certo un'operazione facilissima per l’autore della serie. I precedenti tentativi di portarlo sul grande schermo ci hanno offerto una storia troncata in alcuni aspetti importanti e l'idea di realizzare un sequel di un'opera così ricca - in un certo senso definitiva - poteva essere un'impresa azzardata quanto complicata.
Quando si parla di Watchmen sostanzialmente trattiamo un’opera capace di vincere il premio Hugo, destinato ad opere letterarie, elevando il fumetto come opera d'arte narrativa; Moore e Gibbons si trovarono così in compagnia di grandissimi scrittori come P.K. Dick, Neil Gaiman, Arthur C. Clarke, Isaac Asimov per citarne solo un paio.
Passiamo a Lindelof che, prima della messa in onda, ha più volte affermato di voler tenere vivo l'approccio "punk-rock" di una delle graphic novel più amate e celebrate di sempre, l'attitudine di voler instillare dei dubbi nell'appassionato del genere e del mezzo espressivo, la critica feroce verso l'America di Reagan, la guerra fredda e gli Übermenschen prodotti da un'industria culturale legata ad un vuoto capitalismo, che ne rappresentano i valori in un certo senso. La felice citazione musicale del nostro non riguardava solo il mood del comic book, caustico e fortemente polemico, ma anche la musica in quanto tale, che compare nel contesto narrativo dello stesso sotto forma dei Pale Horses, band death metal presente in più momenti il cui concerto promosso nel corso della storia verrà interrotto dall'invasione della creatura aliena ideata da Adrian Veidt.
Nel tentativo di conservare e di raccontare una storia che sia anche sua, la produzione ha quindi deciso di trattare con i guanti il comparto sonoro di Watchmen affidando le operazioni a due grossissimi calibri della scena musicale indipendente, uno di loro capace di sfondare e arrivare al grande pubblico pur conservando un suo distinto taglio artistico e una sua voce originale nel panorama musicale americano: come curatori della colonna sonora vengono scelti Trent Reznor, leader e factotum dei Nine Inch Nails, e il suo collaboratore compositore Atticus Ross, che di certo hanno avuto un ruolo determinante per realizzare una OST di livello elevatissimo, forse una delle più autoriali mai prodotte nel campo delle serie televisive. Il risultato finale è infatti importante, pienamente in grado di arricchire ogni singolo episodio e avere una vita propria come raccolta di brani strumentali.
La colonna sonora si divide in tre volumi, copre circa due ore di musica in totale e in tutte le composizioni si avverte il suono distintivo dei NIN: le ritmiche e suoni saturi di "Nun with a Mother*&*ing Gun", "Objects in Mirror (Are Closer than they Appear)", "Kattle Battle", "The Brick", "Never Surrender" o le melodie più elettroniche/drone di "Orphans of Krypton", "I'll Wait", "Watch Over this Boy" e "Absent Friends and Old Ghosts" richiamano quelli sentite nei migliori lavori della band, Downward the Spiral e The Fragile. Il contributo creativo della coppia Reznor - Ross è di impreziosire l'immagine con musica capace di mettere in risalto sfaccettature di situazioni e personaggi, capace di farsi narrazione in alcuni momenti importanti della storia stessa: la scena del ritorno di Doctor Manhattan è un piccolo gioiello di televisione grazie anche alla bellissima cover di "Life from Mars" di David Bowie, un omaggio all'artista con cui Reznor ha collaborato in passato, capace allo stesso tempo di collegarsi in maniera perfetta a quello che sino ad ora era stato raccontato.
I brani sono tutti molto ispirati, riescono a rievocare scene, particolari momenti a cui sono collegati e ad essere goduti come composizioni a se stanti. La scelta di dare carta bianca ad artisti di talento come Reznor e Ross non può che dare valore aggiunto ad una serie ottimamente prodotta, che ha avuto successo proprio perché ha cercato di sperimentare in maniera intelligente il più possibile entro i limiti imposti dal prequel cartaceo, ampliandone la materia, conservandone lo spirito.
Quando non ci si rivolge ai due compositori, interviene la musica classica in supporto, per cui ci si possono permettere scelte legate a particolari sfaccettature (e sotto-narrazioni) del personaggio, come nel caso di Adrian Veidt in cui la “Lacrimosa” di Mozart o la “Habanera” di Bizet sottolineano perfettamente il suo grande genio, il suo ego smisurato e momenti importanti della sua avventura, come il ritorno in scena con le vesti di Ozymandias (scena magistrale grazie anche ad un Jeremy Irons assolutamente in spolvero).
C’è poco altro da aggiungere in merito: la OST di Watchmen meritava da tempo di essere trattata autonomamente, testimone del lavoro importante di due grandissimi musicisti e di una produzione realmente intenzionata ad arricchire l’universo della graphic novel con un nuovo capitolo rispettoso dell’originale e della sua elevata qualità.
L’operazione è perfettamente riuscita anche dal lato squisitamente musicale, per cui vi consigliamo di ascoltare i volumi e rivedere la serie nell'ordine che più preferite.
Di seguito la playlist contenente tutti i brani di cui abbiamo parlato in questo articolo. Vi invitiamo a seguirci su Spotify per non perdervi le prossime liste. Nel caso ve lo foste perso, vi riproponiamo anche il nostro precedente articolo di questa rubrica.