La Casa di Carta: la Recensione della tanto attesa 4° della Serie TV di Netflix
Scritto da: Alessandra MotisiData di pubblicazione:
Attenzione: questo articolo contiene spoiler
Lo ammetto, l'arrivo della quarta parte de La Casa di Carta è stato un sollievo in questo periodo, mettendo un po' più di carne al fuoco al catalogo Netflix che tutti noi stiamo letteralmente divorando in questi momenti difficili.
Questa serie ha avuto finora un perfetto equilibrio tra azione, romanticismo e suspense, riuscendo ad attirare a sé un grande pubblico, risultando una delle serie TV originali più viste di Netflix.
Avevamo parlato della terza parte in questo articolo e ne eravamo rimasti davvero soddisfatti, ma questa volta le cose sono cambiate.
Intanto, dove eravamo rimasti? La banda si trova in una situazione estremamente difficile: l'ex ispettore Raquel Murillo, secondo i nostri protagonisti, è stata giustiziata e la vita di Nairobi è in bilico. La nuova quarta parte mette in risalto il lato umano del Professore, che per la prima volta non ha un piano concreto da attuare insieme al suo equipaggio impegnato alla Banca di Spagna.
Ma questa non è la loro unica preoccupazione; i problemi relazionali sembrano mettere a repentaglio l'intera operazione, al momento. Sin dall'inizio, Palermo ha mostrato di essere un leader completamente inefficiente a causa della sua instabilità e, come se ciò non bastasse, la situazione peggiora man mano che lo spettacolo va avanti.
Ma la cosa interessante è vedere come i creatori hanno sviluppato il personaggio di Tokyo dall'inizio della prima parte. La quarta parte de La Casa di Carta è una sorta di transizione estremamente sorprendente per questo personaggio, che è passato dall'essere parecchio irrazionale all'essere una persona responsabile.
Per quanto riguarda il ruolo del Professore, invece, forse sarebbe stato più interessante vedere altre tecniche astute e altri assi nella manica che gli avrebbero permesso una rapina più "fluida" ma, ahimè, penso che questo sia solo un lontano ricordo.
Altri personaggi come Denver e Stoccolma hanno avuto ruoli prevedibili nella storia di questa stagione, esattamente come è stato prevedibile (non prendiamoci in giro) il futuro di Nairobi.
Il decadimento di una serie tv è un processo fisiologico (eccezion fatta per Breaking Bad e poche altre), ma questa quarta parte potrebbe essere solo una fase, un passaggio.
In queste otto puntate il sapore di telenovela si è fatto ancora più forte, tanto da paragonare La Casa di Carta a un Paso Adelante con le pistole.
Confesso di aver visto l'intera stagione in un solo giorno intanto perché, come tutti voi, sono costretta a casa e poi per vedere dove volevano andare a parare.
Definirei questa serie un capolavoro? Assolutamente no, tantomeno dopo aver visto questa quarta parte.
Il brodo è stato allungato così tanto che ora non sa più di nulla. Forse (e dico forse) all'inizio, con la prima parte, la serie aveva del potenziale per essere un prodotto mediamente interessante. E sì, sarebbe stata interessante e scorrevole, un buon passatempo se fosse terminata con la seconda parte, lasciando ai fan quella voglia di una nuova stagione che se anche non fosse arrivata avremmo accettato comunque la decisione dei produttori di fermarsi, perché andava bene così, perché tutti i cerchi avevano visto una felice conclusione.
La quarta parte de La Casa di Carta è come la nona stagione di Scrubs, come le ultime due stagioni di Doctor Who: non esiste.
Tutta la tensione che si era venuta a creare negli episodi precedenti è venuta a mancare in quelli appena usciti.
La Casa di Carta 4 è caratterizzata da ritmi molto più lenti, parti poco utili alla trama generale e tentativi con scarsi risultati di generare nello spettatore la curiosità e l'adrenalina della prima parte.
madforseries.it
2,1
su 5,0