La Casa di Carta: la Recensione della tanto attesa Terza parte della Serie Netflix
Scritto da: Alessandra Motisi - Data di pubblicazione:
Attenzione: questo articolo contiene spoiler
Se anche voi avete letteralmente divorato la terza parte de La Casa di Carta, probabilmente concorderete con me nel dire che essa può essere riassunta in sole 4 parole: CONTINUI. COLPI. DI. SCENA.
Prima del suo debutto mi sono chiesta più volte di cosa avrebbe trattato questa terza parte e ammetto di aver avuto qualche dubbio sul suo eventuale successo, viste le esperienze da poco passate (Stranger Things 3...ehm ehm...), ma devo dire di essere rimasta piacevolmente sorpresa dal risultato.
Mi è piaciuto ogni minuto di ogni singolo episodio, gli autori e il cast sono stati capaci di tenere viva la mia attenzione in modo costante.
Nonostante, nel corso delle varie puntate le cose siano sembrate vicine ad andare terribilmente male, i nostri criminali si sono dimostrati sempre all'altezza di ogni situazione. Alla fine, ci rendiamo conto che stavano seguendo, passo dopo passo, un piano meticoloso curato al minimo dettaglio, anche se qualche evento ci ha portati a credere diversamente.
Come nelle parti precedenti, l'azione all'interno degli episodi non segue un ordine cronologico. In questa serie di episodi ci sono riferimenti a diversi archi temporali o trame che sono mescolate e intrecciate tra loro. Una ha luogo anni precedenti l'ora zero, l'altra poche settimane prima e l'ultima è, ovviamente, il presente.
Ma c’è una logica in tutto questo: il creatore della serie Álex Pina ci presenta i personaggi e ci mostra gli eventi esattamente come e quando ritiene necessario farlo. È un modo molto efficace per raccontare una storia, e La Casa di Carta forse sarebbe uno spettacolo molto più convenzionale e noioso, se le cose fossero spiegate nell'ordine in cui sono effettivamente successe.
Il femminismo continua a giocare un ruolo importante nella serie, basti pensare alla famosa scena dove Nairobi esclama: "empieza el matriarcado" ("comincia il matriarcato"). C'è una discussione che la banda ha alle 3:00 di notte in un monastero italiano durante la terza parte in cui Nairobi dice a Denver quanto egli sia “vecchio stile”. Palermo (Rodrigo de la Serna), uno dei nuovi personaggi, rivendica il patriarcato in un modo che non è né sottile né politicamente corretto. Eppure probabilmente ti ha fatto ridere. E quest’urlo finisce solo quando il Professore, nel suo pigiama a righe bianche e blu, esce dalla sua stanza e chiede a tutti di stare zitti e di tornare a letto.
Oltre a Palermo, guardando questa terza parte abbiamo assistito allo spietato ingresso di Alicia Sierra (Najwa Nimri). La sostituta dell’Ispettore Raquel Murillo/Lisbona è ben diversa dall’ex collega: punta a ferire l’animo dei nostri criminali, approfittando di questo momento per sparare o irrompere nella banca. Il suo personaggio è descritto come "la reina de las hijas de perra" (la regina dei figli di puttana) e dimostra di essere una donna spietata.
La Casa di Carta è in grado di farti letteralmente odiare chiunque faccia parte della fazione opposta alla banda (nonostante nella vita reale siano “i buoni”), cosa che si è vista anche all’interno della serie, dato che i ragazzi ricevevano il sostegno di quasi tutta la popolazione mondiale.
La terza parte di questa serie è una continua battaglia a chi è più stro**o, una partita a scacchi (come ha detto il Professore) che prevede una lotta, tra le due fazioni, senza esclusione di colpi.
Contro ogni aspettativa, questa è stata una parte veramente ricca, e che ha saputo aggiungere quel qualcosa in più alla trama generale.
Ogni minuto, ogni dialogo, ogni scena era essenziale. Alla fine di ogni puntata, premere sul tasto “Prossimo episodio” è stato inevitabile.
QUESTA, è una terza parte. Stranger Things, guarda e impara.
Il resto dello staff Mad for Series si dissocia da questa affermazione.
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