Il Commissario Montalbano 14: la Recensione del Primo Episodio della Stagione
Scritto da: Matteo RossiData di pubblicazione:
Attenzione: questo articolo contiene spoiler
"Il Commissario Montalbano sono"
Un'affermazione che si può quasi sentire ed è difficile non leggerla con l'intonazione data dalla voce dell'attore di origini romane Luca Zingaretti, colui che nell'immaginario collettivo italiano è il volto del Commissario Montalbano.
Il celebre poliziotto, nato dalle opere di Andrea Camilleri, è tornato con il primo episodio di due che compongono la quattordicesima stagione della serie tv trasmessa sui canali Rai.
La puntata segue Salvo alle prese con il caso del brutale omicidio di una ragazza, Agata Cosentino, avvenuto all'interno dell'archivio comunale di Vigata, che si trova in disuso a causa di lavori di ristrutturazione.
La giovane, amica della fidanzata del protagonista, Livia, viene descritta da tutti come una persona un po' solitaria, senza una relazione, ligia sul lavoro e volontaria presso un'associazione che aiuta i bambini immigrati rimasti orfani.
Le indagini metteranno però alla luce anche il lato nascosto della sua vita: una turbolenta storia d'amore con un uomo sposato e un interesse che va ben oltre la semplice amicizia per la sua collega di lavoro.
In secondo piano il commissario si troverà fra le mani anche il tentato furto ad una villa da parte del figlio della sua governante, Adelina.
L'episodio trae spunto da due distinti racconti: "Salvo amato..." "Livia mia", che dà il titolo alla puntata, è tratto dalla raccolta "Gli arancini di Montalbano", e "Il vecchio ladro" presente nel romanzo "Un mese con Moltalbano".
Questa netta suddivisione si evince durante la visione, in quanto i due casi presentano due storyline ben divise fra loro, se non per un flebile collegamento verso la fine dell'episodio.
L'omicidio della ragazza sicuramente è il tema centrale della puntata, mentre i segmenti che trattano del furto alla villa, essendo ricchi di siparietti comici, sono più utili a spezzare il pathos e alleggerire i toni.
La trama è abbastanza semplice e forse a tratti un po' prevedibile, ma è sicuramente da lodare l'ottimo lavoro che è stato svolto per adattare un racconto come "Salvo amato..." "Livia mia": la storia originale infatti è di genere epistolario e il caso viene risolto a distanza dal protagonista, tramite le lettere che si scambia con la fidanzata.
Non è presente una trama orizzontale, poco e nulla viene analizzato della vita privata dei personaggi e l'episodio, quasi un film data la lunga durata, è totalmente a sé stante, senza agganci alle stagioni precedenti, può essere quindi tranquillamente visionato e apprezzato anche da spettatori non avvezzi ai cicli di storie camilleriane.
Gli interpreti, ormai alla quattordicesima stagione, sono perfettamente rodati e in parte, ma anche le comparse, sebbene in alcune scene si potesse fare qualcosa in più, mantengono alto il livello recitativo. Sicuramente l'attore che risalta di più è Zingaretti (qui anche in veste di regista): benché a livello fisico sia diverso dalla controparte romanzesca, ormai è riuscito a fare proprio il personaggio, riuscendosi a destreggiare efficacemente sia nei tempi comici, sia nei momenti più "drammatici".
Si nota ogni tanto in alcuni attori una certa difficoltà a mantenere l'intonazione del dialetto siciliano, ma non incide assolutamente sulla visione, che rimane estremamente piacevole.
É tornato il commissario più famoso d'Italia con un buon episodio che miscela adeguatamente momenti comici a situazioni più drammatiche.
Lo standard recitativo è sempre elevato ed ottimo è il lavoro che è stato svolto dagli sceneggiatori con il materiale di base.
madforseries.it
3,5
su 5,0