I Topi: la Recensione della 1° Stagione della Serie TV di Antonio Albanese
Scritto da: Simone SagonaData di pubblicazione:
Non la classica serie tv italiana!
Sono poche le eccezioni del panorama televisivo italiano - e non solo - che sanno distinguersi, I Topi è sicuramente una di queste.
D'altronde Antonio Albanese, autore e protagonista di questa proposta Rai ha sempre avuto l'abitudine di inventare opere fuori dal comune, iconiche, capaci di scatenare continui sentimenti contrastanti.
Al centro de I Topi troviamo Sebastiano, un latitante insicuro e scorbutico, che trascorre la totalità delle sue giornate in una villetta del Nord Italia, in stato di latitanza.
Il protagonista sarà spesso costretto a rintanarsi nell'ombra, in degli intricati cunicoli sotterranei, proprio come i topi nelle fogne. Da qui, il geniale titolo della serie tv.
Uno show incredibilmente iconico, di cui vi rimarrà impresso ogni singolo personaggio, ogni singola ambientazione, ogni colonna sonora.
Tutto contribuisce a creare una atmosfera che parrebbe quasi surreale, se non fosse una triste metafora di certe realtà del nostro bel paese.
Anche questa è Satira
Siamo stati abituati ad una tipologia di satira prettamente politica, a prenderci gioco del governante di turno. Ma la satira non è questo, almeno non è solo questo.
Argomento della satira è chi detiene il potere; e chi se non la mafia, il cancro dell'Italia, il dominio che agisce nell'ombra rappresenta il vero potere.
Albanese ci ha fatto ridere, sorridere, piangere per anni, con i personaggi più variegati: lo abbiamo visto nei panni del normale timido cittadino e anche impersonare uno stolto politico pronto a tutto per ottenere il potere.
Questa volta ci mette di fronte a un altro tipo di potere, quello delle famiglie mafiose, e lo fa con incredibile semplicità e leggerezza, caratteristiche che paiono quasi ossimoriche se consideriamo l'argomento trattato.
Sorridere e compatire
I Topi è una serie tv che fa sorridere: non ridere, ma sorridere, c'è una grande differenza.
Lo fa, e allo stesso tempo causa nello spettatore un costante sentimento di empatia nei confronti del protagonista, costretto a vivere in un costante stato di allerta, braccato ininterrottamente dalle forze dell'ordine.
Sebastiano, il personaggio principale, sebbene sia un pericoloso capo di una famiglia mafiosa, riesce quasi a farsi compatire dallo spettatore.
La sua vita tutt'altro che invidiabile, il suo costante doversi nascondere, dovere fuggire, fa crescere nello stomaco di coloro che guardano la serie una domanda: "Ma perché qualcuno vorrebbe vivere così? È un modo terribile di vivere".
Eppure stiamo parlando di un criminale, nonostante, nella sua quotidianità, nei normalissimi membri della sua famiglia, sembriamo quasi scordarcene.
Cosa rimane?
Siamo colpevoli, abbiamo per ora parlato solo del diretto protagonista. A nostra discolpa, Antonio Albanese ruba la scena come pochi, e la maggior parte degli altri personaggi passa in secondo piano.
Ma in I Topi conosciamo anche la famiglia del protagonista al completo: da Betta, la moglie, ai due figli, Carmen e il problematico Benni. E ovviamente troviamo zia Vincenza e zio Vincenzo, che sicuramente commenterebbe questo articolo dicendo: "Che recensione di merda...". Ma facciamo la conoscenza anche di U Stortu, che accompagnerà il protagonista in una serie di avventure che hanno veramente dell'assurdo.
Una particolare menzione va alle colonne sonore di questa serie: allegre, che sembrano quasi fare da contrasto agli argomenti trattati, e che invece appaiono così incredibilmente azzeccate.
Se siete amanti di Albanese non potete assolutamente perdervi questa piccola perla, che non ha niente da invidiare ai passati film del comico, così come a molte altre opere del genere.
De I Topi è uscita proprio ieri la seconda stagione, che speriamo di recensire presto, e che speriamo contenga altrettanti contenuti di qualità.
I Topi, la serie tv di Antonio Albanese, è una piccola perla del panorama televisivo italiano. Una proposta assolutamente da non perdere se siete amanti del genere, e soprattutto dell'autore.
Uno show capace di farci sorridere, e di farci provare empatia per un latitante mafioso, che vediamo nei suoi momenti più intimi, più umani, come una persona normale, ma di cui improvvisamente ricordiamo l'identità.
madforseries.it
4,0
su 5,0