Hollywood: Recensione della nuova Serie TV Netflix con Jim Parsons
Scritto da: Matteo RossiData di pubblicazione:
Los Angeles, "la Città degli Angeli", un luogo che ospita uno dei sobborghi più famosi al mondo, tanto d'avere il suo iconico nome scritto da lettere monumentali su di un monte che troneggia sul quartiere, un posto dove si accentrano aspirazioni e fantasie di milioni di persone.
È proprio questa suggestiva e ammaliante cornice a fare da sfondo a Hollywood, la nuova creatura dell'instancabile Ryan Murphy (Nip/Tuck, American Horror Story), che dopo la serie TV "The Politician", torna a collaborare con la piattaforma streaming di Netflix.
Lo show, ambientato nel secondo dopoguerra, segue le vicende personali di un gruppo di giovani attori e cineasti impegnati nella realizzazione di un film su Peg Entwistle.
Carichi di desideri e speranze di successo e affascinati dalla possibilità di cambiare la propria vita, dovranno anche scontrarsi con il lato nascosto del mondo dello spettacolo, ricco di pregiudizi e compromessi.
"Hollywood, California, Tinseltown è in crescita... lo Studio System è sovrano e se fai le mosse giuste anche tu potresti vivere a Beverly Hills... le ricompense per gli ambiziosi non mancano, sotto il bellissimo sole della California del Sud".
La storia che viene presentata da Murphy può essere essenzialmente suddivisa in due blocchi.
La prima parte si concentra sul mettere in evidenza il marcio e la superficialità che muovono gli ingranaggi della macchina dello spettacolo: se sei bello, hai buone speranze di raggiungere la fama e se ti presti a qualche "compromesso", le tue chance aumenteranno considerevolmente.
Ma anche altri requisiti sono essenziali per guadagnarsi la vetta della successo e questi coinvolgono la sfera razziale e l'orientamento sessuale.
Il tema della discriminazione è un argomento caro a Murphy e che ritroviamo in moltissime sue opere, da Glee a Pose, passando per alcune stagioni della serie antologica American Horror Story.
In Hollywood viene mostrato come le attrici non caucasiche venivano relegate in ruoli secondari ed estremamente stereotipati: dalle asiatiche costrette ad interpretare sempre la parte di cortigiane o pericolose tentatrici, a quelle afroamericane impegnate nei personaggi di comiche cameriere.
Anche gli omosessuali non se la passavano meglio, costretti a nascondersi al mondo, se non si aveva intenzione di bruciare la propria carriera.
L'immagine era tutto e gli attori dovevano, almeno apparentemente, essere simboli di virtù a cui gli spettatori dovevano aspirare.
Per dare maggior testimonianza dell'effettiva situazione che vigeva nello Star System dell'epoca, alcuni interpreti dello show hanno impersonato personaggi di fantasia, mentre altri celebrità storiche come Anna May Wong, Hattie McDaniel e Rock Hudson.
Nella seconda parte però la serie prenderà una direzione diversa, trasformando la storia in "What If" ("Cosa sarebbe successo se..").
Lo stratagemma è offerto dal cambiamento che viene innestato alla trama del film che stanno girando su Peg Entwistle, basato su un fatto storico riguardante il suicidio di una giovane attrice, che si è gettata nel vuoto, dopo essere salita sulla lettera "H" della celebre scritta di Hollywood posta sul Monte Lee.
La tragica vicenda assume un significato importante all'interno dello show: poiché il gesto è un simbolo di disperazione e sogni infranti, le modifiche apportate accentuano il messaggio di speranza e di non arrendersi mai, che il programma vuole veicolare.
Come fil rouge, il concetto viene rimarcato dall'intro in cui i protagonisti si aiutano a vicenda a salire un ponteggio che poi si rivelerà essere l'iconica scritta sul monte.
In questi ultimi episodi i toni cambiano: la storia assume dei tratti che rimandano quasi a una favola, con i personaggi tutti animati di buone intenzioni o che comunque prendono coscienza dei propri sbagli e cambiano positivamente.
Tutto ciò potrebbe risultare un po' stucchevole, ma essendo la serie ambientata nel luogo dove tutto può accadere, è bello pensare che le magie più grandi possano intervenire, producendo cambiamenti inimmaginabili, ma sperati.
Per quanto riguarda i personaggi sono tutti ben caratterizzati e fin dalle prime puntate vengono gettati i semi che li porteranno alla loro crescita e maturazione personale, ma in paio di casi questo cambiamento o è troppo sbrigativo, o, a causa del sopracitato cambio di registro dello show, stona un po' con la precedente rappresentazione del protagonista.
Infine costumi, acconciature e una colonna sonora che gioca molto con le melodie dei vecchi giradischi, riescono a creare la giusta atmosfera per un'ottima immersione nel periodo in cui è ambientata la serie TV.
Hollywood è uno show in grado di intrattenere lo spettatore con una storia densa di emozioni e di significato, mostrando dapprincipio il lato più nascosto e prevenuto del mondo dello spettacolo e rivelando successivamente cosa sarebbe potuto accadere se queste discriminazioni fossero state abbattute.
madforseries.it
3,8
su 5,0