Hanna, la nuova Serie Amazon Prime Video: Recensione della 1° Stagione
Scritto da: Simone SagonaData di pubblicazione:
Solo da un paio di giorni, è stata pubblicata sulla piattaforma di streaming di Amazon, Hanna, la nuova serie televisiva originale Prime Video.
Uno degli scopi del nuovo prodotto scritto da David Farr, era quello di ampliare e dare maggiore spessore alla storia dell'omonimo film del 2011, su cui è basato questo show.
Già all'inizio di questa prima stagione, composta da otto episodi (numero ormai collaudato e ricorrente in molti prodotti Prime Video), notiamo le prime differenze rispetto al prodotto cinematografico: vengono proposti nuovi spunti, introdotti nuovi personaggi (alcuni dei quali verranno molto probabilmente approfonditi nel secondo capitolo) e soprattutto, viene dato un maggior spessore ai protagonisti, che rispetto al film vengono raccontati a tutto tondo e appaiono decisamente più genuini.
Hanna, la protagonista dello show, è la neo-attrice britannica Esme Creed-Miles, figlia della nota interprete Samantha Morton (recentemente apparsa in The Walking Dead, nel ruolo di Alpha).
Nel primo capitolo, viene riproposta anche l'accoppiata "Joel Kinnaman - Mireille Enos", questa volta però l'uno contro l'altra, al contrario della famosa serie The Killing, dove erano colleghi in polizia.
Trama
La trama dello show inizia con una scena d'azione dove vengono immediatamente delineati "il buono" e "il cattivo". Lo spettatore si accorgerà però, andando avanti nella storia, che non è tutto bianco e nero.
Erik Heller (interpretato da Kinnaman), ex agente della CIA, rapisce una neonata da un misterioso istituto, per poi riconsegnarla a colei che pare essere la madre.
In un inseguimento, guidato dall'inesorabile Marissa Wiegler (Mireille Enos), la donna perde purtroppo la vita, ma Heller riesce comunque a scappare portando con se l'indifesa fanciullina.
La scena prosegue nella foresta, dove i due sono vissuti per circa quindici anni, allenandosi continuamente, e preparandosi ai pericoli che continuano ad incombere su di loro.
Il desiderio della ragazzina (il cui nome è ovviamente Hanna) di esplorare ciò che c'è al di fuori della selva, e i timidi incontri che farà subito fuori dalla zona sicura, metteranno immediatamente in allerta i vecchi nemici, e soprattutto la Wiegler, che lancerà immediatamente una spietata caccia all'uomo.
Usciti dalla foresta, Hanna farà però interessanti incontri, in particolare verrà a contatto con Sophie (interpretata da Rhianne Barrero), che la introdurrà ad una vita "normale" e priva di preoccupazioni: una vita che ad Hanna non può far altro che piacere ed in cui cercherà di immergersi con tutte le sue capacità, ma di cui si accorgerà ben presto, non poter fare parte.
Analisi dei personaggi
Come anticipato all'inizio della recensione, i protagonisti principali di Hanna, oltre ad essere ben raccontati ed introdotti, sono anche sviluppati con gran criterio.
Nello show non sono presenti innaturali personaggi "cattivi perché li va": a tutto viene data una motivazione, e spesso, le ragioni che spingono a combattere protagonisti e antagonisti, sembrano molto meno distanti di quanto si poteva inizialmente immaginare.
Soprattutto la Wiegler, che appare in principio spietata e assolutamente ligia al dovere, con il passare degli episodi, mostra sempre più il suo lato umano: le sue difficoltà e frustrazioni nell'approcciarsi al ruolo di madre, e le azioni del passato che la tormentano, nonostante riesca a nasconderlo egregiamente, prendono sempre più il sopravvento.
In un gioco di maschere e di fugaci scambi di ruolo, spesso, Heller (che viene raccontato come il buono), sembra scavalcare la linea di confine, assumendo a tratti il ruolo di "cattivo".
Tutto ciò non può che dare spessore al racconto, le cui azioni dei personaggi, non appaiono mai forzate o scontate.
I molti meriti e i pochi "difetti"
La serie, che non esitiamo a consigliare ai fan del genere, risulta ben costruita (sia al livello di tempi che dal punto di vista degli ampliamenti rispetto al film), sia ben recitata.
Tutti i vari personaggi che vengono introdotti, principali e secondari, appaiono estremamente convincenti allo spettatore.
Anche il ruolo di Hanna, viene svolto egregiamente dalla Creed-Miles che, nonostante la sua inesperienza, riesce a mettere in scena con estremo realismo, le enormi contraddizioni di una giovane ragazza del tutto strappata alla sua infanzia e adolescenza, e costretta ad un estenuante addestramento in mezzo alla foresta.
Anche gli approcci con il mondo esterno, decisamente difficili da interpretare, appaiono invece ben realizzati, e mettono in risalto i deficit di Hanna, senza forzature di troppo.
Unica pecca su cui desideriamo soffermarci, sono le scene di azione, probabilmente un tantino esagerate, soprattutto negli ultimi episodi, e qualche elemento del racconto campato in aria (come ad esempio il fatto che Hanna sappia improvvisamente guidare benissimo, avendo imparato con un videogioco a metà stagione; oppure che riesca in alcuni momenti a trovare il padre a distanza di chilometri, senza alcuna precisa indicazione).
Piccoli difetti a cui comunque ce la sentiamo di passar sopra, anche considerando che le scene in cui compaiono, sono tra le più divertenti della serie.
Conclusione
Una serie ben sviluppata e divertente al punto giusto, anche se non riesce, per il momento ad allontanarsi più di tanto dal film a cui è ispirata (al livello di trama).
L'interpretazione e lo sviluppo dei personaggi è però convincente e soprattutto soddisfacente; e getta le basi a un futuro sviluppo di una seconda stagione, che non possiamo far altro che attendere con ansia.
Il finale della prima stagione è quasi auto-conclusivo, ed il cliffhanger dell'ultimo episodio, potrebbe esser perfetto sia per una conclusione aperta, che per un futuro sviluppo, nonostante molte domande (che però nella mente dello spettatore sono molto probabilmente passate in secondo piano) siano ancora aperte.
Per maggiori informazioni su questa nuova serie tv, vi rimandiamo alla relativa scheda.
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