Esperienze Seriali: Ecco Perché ho smesso di guardare La Casa di Carta
Scritto da: Manuel SacconData di pubblicazione:
Attenzione: questo articolo contiene spoiler
Una sera come le altre, mentre passeggiavo con un amico, chiacchierando di serie TV, ci ritroviamo a discutere di una proposta Netflix nuova all'epoca ma molto in voga: La Casa di Carta...
In quel periodo era uscita da poco la prima stagione, che aveva riscosso molto successo tra le persone che conoscevo.
Dopo un racconto molto dettagliato della trama e un caldo invito a vederla mi decido: sarei tornato a casa e l'avrei iniziata.
E così ho fatto: salutato il mio amico torno a casa, accendo la TV, apro Netflix e inizio la mia avventura con La Casa di Carta. Alla prima puntata non riesco a crederci, finalmente mi aveva consigliato un serie che mi stava veramente prendendo.
Notizia sensazionale, non era mai successo prima e proprio per questo ero fortemente colpito. Personaggi affascinanti, azione, un'idea di base originale e colonne sonore vincenti. Tutto il necessario per tenermi incollato alla TV più di quanto già non facessi.
Lo stupore di guardare una serie nuova che non avevo scoperto autonomamente mi dava una sensazione di euforia. Mi dava l'occasione di dimostrare di non partire sempre prevenuto, e di scoprire qualcosa che da solo non avrei scoperto, almeno nell'immediato.
Poco dopo infatti, La Casa di Carta diventa un fenomeno mondiale, e io sono ancora nel bel mezzo della visione della prima stagione. Ho dovuto sgomitare parecchio per non annegare in un mare di spoiler, e devo dire che nonostante tutto ce l'ho fatta.
Mi innamoro di Tokyo, affascinante, forte e indipendente, il prototipo di ragazza moderna. Al contempo simpatizzo con gli omoni Helsinki e Oslo, e con il genio del Professore e di Berlino.
E per un po' mi lascio trascinare dalle loro avventure e dai loro pensieri, immerso in un mondo diverso e del tutto nuovo. Ho creduto fortemente di provare delle emozioni che solo poche serie tv hanno saputo darmi, alla fine però, l'ho solo creduto.
La magia infatti, quanto velocemente è arrivata tanto velocemente è svanita. Il torpore di cui mi sono vestito è scomparso in un batter d'occhio, precisamente nel momento in cui scopro della storia d'amore tra Rio e Tokyo. Non tanto per gelosia, ci mancherebbe, ma perché prevedevo già la tinta rosa che avrebbe assunto la storia.
Niente a che vedere con ciò che mi aspettavo, niente a che vedere con ciò che avrei voluto vedere. Per giunta, La Casa di Carta rincara la dose con la storia tra Monica e Denver e successivamente con la storia tra il Professore e Raquel.
Solitamente non sono di polso duro, mi ritengo di larghe vedute soprattutto in fatto di serie TV. Ma in questo caso non ho più potuto sopportare quello che stavo vedendo. Più guardavo l'andare delle puntate e più mi rendevo conto della potenzialità sprecata. Più seguivo la storia e più avrei voluto che si fosse sviluppata in un altro modo.
Oltretutto, tra scene di sparatorie inverosimili e deduzioni al limite del ridicolo mi sono ritrovato immerso in una serie di fantascienza. La credibilità ha lasciato il posto alla fantasia, l'originalità alla banalità, il tutto condito da prove attoriali che con l'andare delle puntate mi hanno lasciato sempre più perplesso.
Alla fine sono arrivato a una conclusione: La Casa di Carta non mi piace. Nonostante il clamore, nonostante il successo, a me proprio non piace, questo per vari motivi:
- le storie d'amore forzate in stile soap opera;
- la poca credibilità (a tratti fantascientifica) di alcune scene;
- la caratterizzazione non adeguata dei personaggi;
- la superficialità dei temi trattati.
E non avrei ancora finito, questo è quanto mi ha deluso questa serie tv. Una serie che si è trasformata dallo stile tipico dell'azione, ad essere una soap opera con i mitra e le rapine.
Una serie con la presunzione di trattare temi delicati solo inserendo "Bella Ciao", trattandoli poi con grande superficialità. Una serie che a me è sembrata troppo servizievole.
Dunque, ad un certo punto a metà della terza stagione, ho deciso di abbandonarla. Sia chiaro, ero già deluso alla fine della prima. Ma avrei voluto telefonare a quel mio amico e dirgli che mi era piaciuta tantissimo.
Invece, amico mio, alla fine, nemmeno questa volta sei riuscito a consigliarmi qualcosa che mi colpisse. Ancora una volta penserai che sono partito prevenuto. Nonostante tutto ti ringrazio, ma le prossime stagioni non consigliarmele, perché ho smesso di guardare La Casa di Carta e non la riprenderò più.