Dead Still: Recensione del 1° Episodio della nuova Serie TV

Scritto da: Brian FreschiData di pubblicazione: 

Sul finire di quel XIX secolo ridente e spensierato si era protratta in Europa la moda delle fotografie, che al tempo era tipo l'equivalente dei social network con annessi e connessi, sottoboschi e sopraboschi, fakes e altra roba strana. 

E l'Irlanda non poteva di certo essere da meno... 

Che già tutti ci vedono come zotici creduloni e superstiziosi, che passano le feste con la famiglia a sacrificare i polli grassi nei campi di grano danzando sotto la luna piena (sbronzandosi). Quindi dimostriamo al mondo che stiamo al passo coi tempi e sappiamo destreggiarci nel nuovo mondo, invece di diffondere a suon di “Buongiornissimo!!1!!1!!” illustrazioni rubate a Schulz che recitano i massimi sistemi della vita come: "L'amore vero non finisce... Il resto vola via".
Ancora meglio! Dimostriamo non solo di saper fotografare, ma anche di eccellere nel campo con il top del top all'ultimo grido: le fotografie post mortem!

Intendi quelle dove ti fai fotografare in posa con i parenti defunti così da avere un dolce ricordo di loro anche da simil zombie?

Sì dai, quello con i set di posa, dove poi vesti i cadaveri, li trucchi, gli modelli le espressioni e tutta quella roba là da sonni sereni.

Geniale, facciamolo!

Brock Blennerhasset (interpretato da quel Michael Smiley, detto anche Benny "faccia da caciucco nerd" Silver di Luther) è un ex becchino, ora fotografo che a fotografare gente morta si diverte un mondo. Ha uno studio rinomato a Dublino e una fanbase di onorevoli borghesi viventi bramosi di donare “immortalità” ad altri onorevoli borghesi schiattati. 

Ma la sua monotona quotidianità viene sconvolta da tutta una serie di eventi più o meno importanti e fastidiosi: l'arrivo di sua nipote Nancy Vickers (Eileen O'Higgins) in fuga dalla campagna e con un sogno in tasca da attrice teatrale, l'ultima commissione sparita che "misericordia devo trovarla altrimenti i clienti mi fanno imbalsamare" (altra moda ricorrente) e l'assunzione del becchino aspirante fotografo "ti prego maestro insegnami quello che sai" Conall Molloy (Kerr Logan, cioè quel Matthos Seaworth di Game of Thrones).
...Ah! In giro c'è anche un assassino del mistero che uccide e uccide creando finti suicidi, e un detective un po' scemo di nome Regan (Aidan O'Hare) che sta lavorando sul caso (o almeno ci sta provando). 

Da questo squisitamente macabro spunto si erge tutto l'incipit di Dead Still, miniserie irlandese di sei puntate, scritta da John Morton (famoso per il mockumentary Twenty Twelve) e co-prodotta da Deadpan Pictures e Shaftesbury Films, quest'ultima di rilievo grazie a serie come La mia vita con Derek con John Ralston, ovvero il Doppelgänger senza talento di Viggo Mortensen, o I misteri di Murdoch, e che ha come showrunner quel Paul Donovan, tipo pezzo grosso della serialità indipendente, fondatore e a capo di millemila case di produzione.

Che voi direte: "Vabbè, che originalità signora mia! Periodo vittoriano, costumi, fotografie di gente morta e omicidi con salasso di black humor anglosassone... Ma sì, che già si è visto, ci scommetto la cipria".

E invece no, mia cara signora, pare assurdo ma proprio si sbaglia. A me la cipria!

Perché Dead Still si avventura in questo universo sotterraneo nel modo più basilare e “ovvio” possibile, attingendo in modo fedele e rispettoso all'infinita storia cinematografica e seriale del black humor inglese (così, giusto su due piedi, riesce difficile non pensare a Burke & Hare, mediocre opera tratta dalla vita dei due serial killer, o al romantico Polts with a View, con Alfred Molina nei panni di un becchino timido quanto geniale, o alla miniserie Appunti di un giovane medico puro humor inglese sposato alla Russia with love con un Daniel Radcliffe quasi bravo) senza mancare dei giusti luoghi comuni ma, allo stesso tempo, evitando facili inciampi da nostalgia forzata di epoche mai vissute e richiami a lungo andare polverosi, con occhio attento a quello che è il gusto seriale moderno. 

E ciò emerge ancora di più dal suo primo episodio, “Photochemistry” (Fotochimica).

Buon episodio d'introduzione che non manca un colpo e che allieta chi guarda con una dolce aura di sicurezza.
Vengono introdotti Brock Blennerhasset e Kerr Logan, co-protagonisti di sorta, il primo particolare caso da risolvere dell'intera stagione, tutte le possibili nebbiose ambientazioni della meglio degradata epoca vittoriana, con una ricostruzione di Dublino d'efficacia che t'accoltella meglio di qualsiasi maniaco assassino e un cliffhanger come da manuale che introduce un seguito ben cotto tutto morte e risate. Dando anche il giusto spazio a quelle dinamiche che, con ogni probabilità, accompagneranno tutta la serie: in primis il rapporto tra Brock e nipote. 

Il cast, con tutto un bel bagaglio di nomi poco conosciuti ma di un certo spessore professionale, è assolutamente azzeccato e, ad una prima visione, privo di sbavature. 

La comicità che pervade l'intera prima puntata è elegante e ricercata. Non vira in trovate facilone con budella al vento o demenzialità nonsense che altrimenti sarebbe risultata indigesta. Non è un prodotto artificioso che sembra antico ma no guarda che invece fa l'occhiolino al moderno non ci casco proprio no. È ben calibrato e passeggia allegramente tra i generi anglosassoni più amati, come il period drama o il whodunit (giallo deduttivo). 

Il primo episodio tratteggia ciò che in parte ci si aspettava dalle premesse, senza clamori o colpi di coda inattesi, aderendo alla tradizione di pilot di stampo solido e grezzo, destinato (si spera) a più larghe vedute e approfondimenti necessari. 

Dead Still promette quindi di ondeggiare come un funambolo sul confine tra l'inizio di un'era e la fine di un'altra. Dove la fotografia, tra i baluardi dell'allora modernità modernissima, concessa perlopiù a ricchi spavaldi, diventa a suo discapito mezzo per immortalare anche un'umanità tremenda, più antica, nascosta, in ombra, sempre esistita e che sempre esisterà tra le strade ma che ora può essere condivisa anche con i più scettici e perbenisti, i quali non avranno più scuse per girarsi dall'altra parte.

Mo' che serietà eh! 

Dai che comunque si ride bene e anche se sei necrofobico un giro te lo puoi fare!

La prima puntata di Dead Still non offre nulla di veramente nuovo a quello che tanti pilot ci hanno già offerto.

Ma l'ambientazione è figa, il cast ispirato e il tema centrale insospettabilmente poco sfruttato. Se in più aggiungiamo un umorismo nero, tutto british, frizzante, elegante e assolutamente irresistibile allora l'omicidio è fatto!

I deceduti apprezzeranno.

madforseries.it

3,0
su 5,0

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