Da semplici Stereotipi a figure Complesse: l'evoluzione dei Personaggi Queer nelle Serie TV

Scritto da: Alessandra MotisiData di pubblicazione: 

Nei primi anni della televisione, i suoi prodotti sono stati una sequela di personaggi eterosessuali: la rappresentazione di figure queer era quasi inesistente, e quando comparivano, erano spesso unidimensionali, ridicole o stereotipate.

La raffigurazione delle persone queer nelle serie TV ha percorso un lungo cammino, partendo dai margini e arrivando al centro del palcoscenico. Il percorso non è stato privo di ostacoli, ma l'evoluzione di questi ruoli testimonia un cambiamento culturale significativo nel modo in cui la società vede e comprende la comunità LGBTQ+, portando sullo schermo le sfide quotidiane che questa affronta nella vita reale.

Un esempio emblematico è Steven Carrington della soap opera anni '80 Dynasty, che è stato uno dei primi soggetti gay a comparire regolarmente in uno spettacolo del piccolo schermo. Sebbene fosse rivoluzionario per il suo tempo, Steven ha subito un (qualcuno lo chiamerebbe) "percorso di rieducazione", intraprendendo relazioni eterosessuali - riflessione delle concezioni distorte dell'omosessualità di quel periodo.

La svolta è arrivata negli anni '90, con Ellen. Nel 1997, Ellen DeGeneres fece coming out sia nella vita reale che attraverso il suo personaggio, Ellen Morgan. Questo fu un momento epocale che segnò un cambiamento nel modo in cui le persone queer venivano rappresentate in TV. Poco dopo, Will & Grace introdusse due ruoli principali gay, Will Truman e Jack McFarland, contribuendo a normalizzare le esperienze gay nella cultura mainstream - facendo sempre ricorso, però, ai soliti stereotipi.

Nonostante questi progressi, la raffigurazione dei personaggi queer rimase spesso ancorata a (per l'appunto) stereotipi e trame prevedibili. Ci vollero ancora alcuni anni perché iniziassero a guadagnare la profondità e la complessità che meritano.

Nel nuovo millennio, l'incarnazione dei protagonisti queer ha preso una svolta significativa. Orange is the New Black ha infatti introdotto una varietà di figure LGBTQ+, inclusa Sophia Burset, una donna transgender interpretata da Laverne Cox. La sua performace ha spinto i limiti di ciò che si era visto prima in televisione, offrendo un ritratto complesso, umano e reale di un'esperienza transgender.

Schitt's Creek ha poi portato un'altra ventata di freschezza con David Rose (Dan Levy). David ha offerto non solo una incarnazione rara di una identità pansessuale, ma ha mostrato anche una relazione queer sana, sfidando le trame drammatiche che spesso accompagnano questi personaggi.

Oggi, la raffigurazione dei ruoli queer è più varia che mai. Da Rue Bennett (Zendaya) di Euphoria, ragazza bisessuale che lotta con problemi di dipendenza, al Capitano Raymond Holt (Andre Braugher) di Brooklyn Nine-Nine, un uomo gay afroamericano in una posizione di autorità, le serie TV continuano a sfidare gli stereotipi e ad ampliare la nostra comprensione di ciò che significa essere queer.

Anche se le serie TV hanno compiuto passi da gigante in questo senso, rimane ancora la questione della diversità all'interno della stessa comunità LGBTQ+. Troppo spesso, le trame si concentrano su personaggi bianchi, cisgender e di classe media. Questa limitata rappresentazione rischia di oscurare la ricchezza e la diversità, lasciando molte persone senza un riflesso autentico della propria esperienza sullo schermo.

Ad esempio, la rappresentazione delle persone queer di colore è ancora insufficiente. Nonostante l'importanza di personaggi come il Capitano Raymond Holt o Sophia Burset di cui sopra, questi rimangono eccezioni in un panorama televisivo ancora dominato da personaggi queer bianchi. Questa carenza riflette e rafforza le discriminazioni esistenti all'interno della comunità, dove le persone di colore spesso affrontano sia l'omofobia che il razzismo.

Analogamente, le storie di persone transgender sono spesso ridotte a trame di transizione, ignorando la vasta gamma di esperienze da loro vissute. Mentre personaggi come Sophia Burset hanno contribuito a portare queste storie su uno schermo mainstream, c'è ancora bisogno di rappresentazioni che vadano oltre la narrazione della transizione, mostrando le persone transgender come individui completi con vite ricche e piene al di fuori della loro identità di genere.

È anche importante sottolineare che la raffigurazione dei personaggi queer in TV non dovrebbe limitarsi a storie di sofferenza e discriminazione. Sebbene queste trame siano importanti per far luce sulle sfide che la comunità queer affronta ogni giorno, è altrettanto importante raccontare storie di gioia, successo e amore.

Ad oggi, guardando il punto di partenza, possiamo dire che la presentazione di personaggi queer nelle serie TV ha raggiunto un buon punto nella sua evoluzione, offrendo una varietà di personaggi e trame che riflettono la ricca diversità all'interno della comunità. Ciò è evidente in spettacoli come Pose, che mette in primo piano le storie delle persone transgender di colore all'interno della cultura degli anni '80 e '90 a New York. Pose non solo offre una rappresentazione senza precedenti delle persone transgender di colore, ma esplora anche una varietà di esperienze, dai temi dell'accettazione a sfide come l'HIV/AIDS e la discriminazione.

Allo stesso modo, prodotti come Euphoria e Sex Education hanno ampliato le narrazioni queer per includere temi come la salute sessuale, la dipendenza e le relazioni adolescenziali. Questi show offrono ritratti senza paura delle vite e delle esperienze delle persone queer, spingendo i limiti di ciò che le serie TV possono - e dovrebbero - rappresentare. I personaggi sono presentati come individui pienamente realizzati, le cui identità di genere e orientamenti sessuali sono solo una parte delle loro vite complesse e multiformi.

Questo aumento della visibilità e della complessità nella rappresentazione delle persone queer ha avuto un impatto significativo, offrendo inoltre alla comunità LGBTQ+ la possibilità di vedere sé stessi e le loro esperienze rappresentate in modo autentico e rispettoso. Inoltre, aiuta a sfidare gli stereotipi dannosi e a educare un pubblico ampio sulla vasta gamma di esperienze e identità all'interno della comunità queer.

Ma la strada è ancora lunga

Nonostante i progressi, c'è ancora molto da fare. Mentre alcune identità all'interno della comunità LGBTQ+ come bisessuali, asessuali, non binarie e transgender, hanno guadagnato maggiore visibilità, altre rimangono sottorappresentate. Le storie queer devono continuare a diventare sempre più diverse e complesse, proprio come le persone che cercano di ritrarre.

La rappresentazione dei personaggi queer in TV è essenziale, perché fornisce ai membri della comunità LGBTQ+ modelli con cui possono identificarsi e storie che riflettono le loro esperienze. La televisione ha il potere di plasmare la percezione del pubblico, di normalizzare, educare e creare empatia, e la loro presenza sullo schermo può avere un impatto importante su come le persone queer vengono viste e trattate nella vita reale.

Allo stesso tempo, è importante riconoscere che le rappresentazioni televisive non possono sostituire il progresso del mondo reale. Le sfide e le discriminazioni che le persone queer affrontano ogni giorno non scompaiono con l'aumento della visibilità in TV. È necessario un cambiamento culturale e istituzionale per garantire che tutte le persone queer siano trattate con dignità e rispetto.

Vedere delle figure queer nelle serie TV è sicuramente un passo - anche se piccolo - nella giusta direzione, ma deve essere accompagnata da azioni concrete nel mondo reale per garantire loro equità e giustizia. La strada da percorrere è ancora lunga, ma guardando indietro, possiamo vedere quanto lontano siamo arrivati e guardare avanti con la speranza di un futuro ancora più inclusivo e rappresentativo.

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