Carnival Row: la Recensione della nuova Serie TV Amazon con Orlando Bloom

Scritto da: Enrico CipollettiData di pubblicazione: 

Venerdì 30 agosto è arrivata su Amazon Prime Video la nuovissima serie di Renè Echevarria e Travis Beacham, ovvero Carnival Row, diretta da Jon Amiel (noto per il suo lavoro su "I Tudors", "I Borgia", "Once Upon A Time" ecc.), e con protagonisti Orlando Bloom e Cara Delevingne nei panni di Rycroft Philostrate e Vignette Stonemoss.

Lui un ispettore di polizia con un segreto compromettente, lei una fata rifugiata sempre in lotta contro il pregiudizio degli esseri umani, razzisti nei confronti di esseri fatati suoi simili.

...ma facciamo ordine!

Abbiamo a che fare con un fantasy dai tratti noir e polizieschi, ambientato in una Londra fuori dal tempo (trattasi di Ucronia) con forti rimandi all'epoca Vittoriana, dove convivono forzatamente umani ed esseri fatati ed altre creature, fuggiti da Fae, il loro regno, a causa del Patto, un accordo che mise la parola fine alle ostilità con il Regno Unito, ma che scatenò violenza inaudita e tremenda repressione ai danni degli abitanti del posto.

Il "fuggi fuggi" causò lo sparpagliamento di queste creature fantastiche, che si ritrovarono sfruttate e discriminate, costrette a lavorare per la nobiltà o a svolgere il mestiere di prostitute, destino toccato alle fate. 

In tutto questo spicca il personaggio di Vignette, fata dal carattere forte e combattivo, costretta a svolgere lavori sporchi e umilianti pur di sopravvivere in quel contesto critico, nel quale però incontra nuovamente il suo amato Rycroft, un poliziotto (da lei ritenuto morto in seguito agli scontri del Patto) che dovrà risolvere un importante caso costellato da strani ed abominevoli assassinii.

Considerazioni

Una delle prime cose che salta all'occhio seguendo questa serie è la presenza di un cast di tutto rispetto: infatti oltre ad i già citati Bloom e Delevingne, troviamo gente come Jared Harris, conosciuto meglio in Chernobyl, o come Indira Varma, nota per aver interpretato Ellaria Sand in Game of Thrones.

Tutti attori che hanno reso interessanti i personaggi rispettivamente interpretati, come Absalom Breakspear, il cancelliere della Repubblica di Burgue interpretato da Harris, che sin dalle prime battute resta impresso nella mente dello spettatore, o come lo stesso Rycroft, che nonostante la sua cupezza e quell'alone di mistero che si porta addosso, riesce ad essere un protagonista abbastanza carismatico. Ma il nostro personale premio di miglior personaggio della stagione se lo aggiudica Vignette, che con il suo mordente rende il tutto più accattivante.

Spettacolari (e lo sottolineiamo) le ambientazioni un po' gothic, un po' noir, che rendono la città tetra, pronta a nascondere in ogni angolo della strada un orribile mistero o un sanguinoso omicidio, nello stile di Jack Lo Squartatore.

Costumi, trucco e parrucco danno quel quid in più al contesto e quindi al prodotto, con maschere realizzate in maniera impeccabile per rappresentare le creature, e costumi tipici dell'epoca di riferimento e che aggiungono una magia indispensabile per godersi pienamente la storia.

Tuttavia, elaborati quelli che sono gli aspetti migliori, sarebbe ora di presentare quello che, a nostro parere, è il difetto principale della serie: la scarsa originalità della trama.

Se è pur vero che la storia è estremamente godibile, con episodi che scorrono abbastanza, senza suscitare quella pesantezza che ti porti a dire "non vedo l'ora che finisca questa puntata", non possiamo negare che la trama rimandi a qualcosa di già assaporato, un piatto che hai mangiato già troppe volte, ma che nonostante tutto continueresti a gustare anche nei pasti successivi.
Da aggiungere ai difetti (pochi) una CGI mediocre, utile per realizzare ovviamente diverse scene, ma visto il buon budget previsto per la serie, ci si poteva aspettare qualcosa in più.

Da menzionare per ultima, ma non per importanza, la tematica trattata dalla serie: l'intera vicenda, in fin dei conti, tratta un argomento purtroppo attualissimo, ovvero il razzismo, la paura del diverso, che fa da motore a tutta la vicenda, dove si intrecciano le indagini degli orribili assassinii, arrivando fino al finale, telefonato, ma dovuto ed apprezzato.

Carnival Row è sicuramente una serie interessante, con una prima stagione godibile (ne è stata già annunciata una seconda), con un cast importante, personaggi interessanti, ed una tematica orribilmente attuale, dura e di impatto. Un finale coerente con la storia raccontata, anche se scontato, ma una trama che sa di già visto e rivisto. 

In definitiva: impossibile da bocciare, ma non da promuovere a pienissimi voti.

madforseries.it

4,2
su 5,0

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