Biohacker: Recensione e Prime Impressioni sulla recente Serie TV targata Netflix

Scritto da: Nicholas CorneliData di pubblicazione: 

Biohacker, la nuova serie tv tedesca di Netflix è da poco disponibile sulla piattaforma di streaming. Dal titolo accattivante, che sembra volerci introdurre nel mondo di una particolare tipologia di "hacker", ci mostra come, in alcune occasioni, sia pericoloso “giocare” con le forze della natura, soprattutto se non si hanno le competenze scientifiche per farlo. Infatti, ad oggi è possibile acquistare su internet, con molta facilità, il materiale necessario per compiere vari esperimenti, persino genetici. Un fenomeno pericoloso e che si sta diffondendo in tutto il mondo, facendo nascere laboratori casalinghi dove improvvisati scienziati diventano le cavie dei propri esperimenti, per “potenziare” le loro capacità.

L'obiettivo dello show sembrerebbe dunque quello di portare questo fenomeno sul piccolo schermo, insieme all'editing genetico, e di informare e far riflettere lo spettatore. Non sembra però riuscire particolarmente nel suo scopo.

Protagonista della serie tv è Mia Akerlund (Luna Wedler) una giovane studentessa che una volta iscrittasi al primo anno di medicina si trasferisce in un appartamento con degli strambi studenti che praticano il biohacking. Mia farà di tutto per entrare nelle grazie della famosissima professoressa Lorenz (Jessica Schwartz), medico e biologa specializzata nella terapia genica, ma si scoprirà presto che il suo vero fine è un altro: quello di avvicinarla per indagare sulla misteriosa morte del fratello.

Tralasciamo un inizio un po' scontato, in cui qualcuno si sente misteriosamente male, e che ormai è un must di tutte le serie medical da Dr House a The Good Doctor.
Il difetto peggiore dello show è che si presenta come un thriller ma sembra invece di assistere a un episodio di Dora l’Esploratrice. Mia, provetta studentessa del primo anno di medicina riesce in pochissimo tempo a farsi notare e a entrare nelle grazie della dottoressa Lorenz accedendo a corsi che uno studente del primo anno non dovrebbe neanche vedere col binocolo.

La nostra Dora riesce a girare per tutta la struttura della super sicura e controllata industria farmaceutica della Lorenz senza alcun problema e nel caso incappi in qualche impedimento, beh, in meno di due minuti riesce a risolverlo con una semplicità impressionante. In alcune situazioni ci siamo davvero immaginati che chiedesse la soluzione al pubblico come la protagonista del cartone animato: "Bambini dove possiamo trovare i documenti? Come? Nell'archivio?". 
Ma non è tutto: Mia riesce a risolvere ogni problema con una prontezza, una velocità di risposta pari a quella di un agente segreto e non di una adolescente nerd che si approccia all'università.

Questa semplicità con cui la nostra 007 Dora ha successo nei suoi scopi riesce a rendere la trama troppo lineare e piatta, privandola delle classiche caratteristiche di un thriller e difficilmente riesce a coinvolgere lo spettatore.

Un altro tasto dolente di Biohacker è la poca credibilità: i concetti scientifici vengono spiegati frettolosamente e con spesso errori. Stiamo sì parlando di uno show fantascientifico ma quantomeno i concetti basilari dovrebbero poggiare su basi scientifiche realistiche. Siamo stati abituati a vedere in CSI tecniche scientifiche velocizzate per poter far stare tutto nel minutaggio degli episodi, ma qui esageriamo. 

Il nuovo show di Netflix ci presenta tecniche molto più complesse, come il sintetizzare un filamento antisenso di RNA e creare un siero da iniettare in una persona morente come cura, elaborate in pochissimo tempo e in modo semplicistico, quasi come il cucinare un piatto di pasta. Non è necessario avere una formazione bio per notare certe discrepanze, o per rimanere perplessi difronte alla colorazione dei sieri nelle siringhe, che vanno da un azzurro cielo a un rosso acceso, portandoci alla memoria serie animate come Dexter o un fumetto.

Biohacker è fortunatamente una serie di soli sei episodi, che sembra carente per quanto riguarda l’attenzione dei dettagli e girata con molta fretta. L’idea era forse quella di presentare al pubblico un thriller sconvolgente ed intrigante, ma il risultato assomiglia di più alla vostra piantina moscia di basilico sul balcone che vi siete dimenticati di bagnare per giorni.

Un vero peccato! 

Le tematiche originali proposte dalla serie Biohacker e i numerosi intrecci che si sarebbero potuto orchestrare, ci avevano fatto sperare in un thriller di ottima fattura.

Le premesse non sono purtroppo state soddisfatte e il risultato ha il sapore di un pasta scondita...

madforseries.it

2,2
su 5,0

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