13 Reasons Why: la Nostra Recensione della Terza Stagione del noto Teen Drama Netflix
Scritto da: Enrico Cipolletti - Data di pubblicazione:
Attenzione: questo articolo contiene spoiler
Torna su Netflix 13 Reasons Why, la nota serie tv drammatica, con la sua terza stagione, e lo fa concentrando l'intera vicenda sulla morte misteriosa del bullo stupratore Bryce Walker, ucciso in circostanze sospette; ma facciamo qualche passo indietro.
Il senso di "Tredici".
13 Reasons Why, da noi semplicemente "Tredici", fece un grandissimo scalpore per le fortissime e pesanti tematiche raccontate: i problemi adolescenziali, il bullismo, il suicidio, racconti di impatto di giovani ragazzi liceali alle prese con ciò che di più brutto la vita può metter loro di fronte.
Nella prima stagione ci viene raccontata la storia di Hannah Baker (Katherine Langford), suicidatasi in seguito alle violenze subite da Bryce Walker (Justin Prentice) e che, prima di compiere il terribile atto, aveva lasciato in eredità tredici cassette registrate da lei, ognuna dedicata ad un suo amico o conoscente, per far capire loro le ragioni del suo gesto.
Clay (Dylan Minnette), uno dei giovani protagonisti, innamorato di lei, è colui che più subisce emotivamente la perdita di Hannah, e nella seconda stagione assistiamo all'elaborazione del lutto da parte sua e al processo contro il mostro Bryce.
E siamo a 3...
Nella terza stagione scopriamo che Bryce, punito parzialmente per i suoi atti nella seconda stagione, è stato assassinato, ma le circostanze ed il colpevole sono ancora ignoti.
Molti, troppi, i segreti custoditi da ognuno dei ragazzi della scuola, come quelli di Tony, i cui genitori sono stati mandati via dal paese, o come quelli di Justin, ormai membro a tutti gli effetti della famiglia Jensen, che alle spalle dei suoi ospiti continua a vivere la sua orribile vita da tossicodipendente.
L'intera stagione, che continua a trattare temi molto importanti e delicati, ci mostrerà le indagini svolte da un lato dalla polizia, dall'altro da Clay e compagni, per scoprire l'assassino del loro ex compagno di liceo (dato che si era trasferito in un'altra scuola), avvenuto subito dopo l'amichevole di football (finita in rissa) giocata tra la squadra della Liberty High e la nuova squadra di Bryce.
Ma chi ha ucciso Bryce Walker?
Clay è il principale indiziato: la polizia di Evergreen è sin da subito concentrata a costruire un caso contro di lui. Molti indizi supportano questa ipotesi, ma si scoprirà durante gli episodi, che quasi tutti i personaggi avevano un forte movente e l'opportunità di uccidere Bryce.
La new entry della serie, Ani, indaga a fondo insieme a Clay: i due arrivano persino a sospettare l'uno dell'altro. Alla fine, sono loro a risolvere il caso, "regalando" all'accusa il perfetto colpevole.
Considerazioni
Se la prima stagione era stata di buona qualità, raccontandoci una storia abbastanza originale e sicuramente attuale, e se la seconda ci poteva stare per chiudere la vicenda, questa terza stagione da l'idea di essere forzata e non necessaria, un prolungamento inutile della storia.
Una stagione molto più lenta delle precedenti, e per buona metà del suo corso noiosa e ripetitiva.
Ci sono due linee temporali: una che ci mostra ciò che è accaduto ai giovani ragazzi prima della morte di Bryce, e una dove ci viene mostrata la vicenda dopo l'omicidio. Nella prima gli autori vogliono far credere allo spettatore che il bullo stupratore sia sulla via della redenzione, facendoci vedere un lato più umano, mai visto prima, dove il ragazzo mostra segni di cedimento e sofferenza per gli orribili atti commessi.
Una decostruzione del personaggio incredibile, parallela ad una versione di Clay sempre più cupa, ossessionata e misteriosa; un Clay innamorato di Ani, geloso del fatto che tra lei e Bryce ci sia del tenero, cosa che lo fa balzare nel finale di stagione come sospettato numero uno per l'omicidio del ricco ex capitano dei Liberty High Tigers.
Nel finale scopriamo che l'assassino è in realtà Alex, uno dei personaggi più controversi della serie, ma, grazie ad un piano ideato da Ani, tutte le accuse ricadranno su Monty, ex amico di Bryce, che intanto viene ucciso in carcere.
Un finale a nostro parere banale, tirato e poco credibile, con il padre di Alex, un poliziotto del paese, che nonostante fosse consapevole del fatto che il figlio avesse commesso l'omicidio, decide di contribuire ad insabbiare il tutto.
Non una grande stagione, con una sceneggiatura di dubbia qualità, e che poco ha a che fare con la prima stagione, che poteva essere autoconclusiva.
Citare le tredici cassette, o il suicidio di Hannah, aiuta solo a ricordarci che stiamo parlando della stessa serie, con gli stessi personaggi e gli stessi dolori, ma non vuol dire far acquisire maggior senso a questa nuova stagione che, ripetiamo, non era necessaria.
Una terza stagione di 13 Reasons Why di cui si poteva fare a meno, molto ripetitiva e a tratti davvero noiosa. C'è poco da salvare se non il fatto che, nonostante tutto, si ha voglia di guardarla fino in fondo per capire come andrà a concludersi la vicenda.
Un teen drama partito con pretese maggiori, e pian piano sceso di qualità, ma con tematiche attuali davvero importanti.
madforseries.it
3,0
su 5,0